giovedì 3 ottobre 2019

Rimodulazione del ticket? Altri soldi sottratti alla classe medio-bassa. I ricchi non pagano il ticket.


Che la legge di bilancio sarebbe stata, come si dice, di lacrime e sangue si sapeva da tempo. Devono scongiurare l’aumento dell’IVA, che sarebbe un autentico disastro per gli Italiani, sia a livello di famiglie che di imprese. Per farlo devono reperire un sacco di soldi, tanti, e da quello che si vede si direbbe è che non abbiano la minima idea di dove andarli a prendere, da cui le preoccupazioni manifestate anche dallo stesso Mattero Renzi nei giorni scorsi. Quello che stanno cercando di farci credere è che non costerà nulla agli Italiani, il che è una baggianata pazzesca, una fake news, come piace tanto dire ai politici. I soldi li possono trovare solo nelle tasche degli Italiani, a meno che non prendano davvero misure serie e concrete per ridurre l’evasione, cosa che non pare proprio.
Tra le tante proposte c’è anche quella di “rimodulare” i ticket sanitari. Rimodulare, in politichese moderno, significa aumentare, ma c’è anche chi becca e crede che significhi altro. Lo sforzo del Governo è di farci credere che sì, aumenteranno i ticket, ma solo per i più ricchi. Tranquillizzante, vero? Solo che i più ricchi, invece di pagare il ticket, vanno a pagamento dagli specialisti più bravi. Il ticket lo pagano i poveracci che lo specialista non se lo possono permettere. Per cui, se vogliono reperire soldi dal ticket pagato dai ricchi, va da sé che non beccheranno un centesimo. Quindi toccherà andare a prendere i soldi al solito posto, ossia nelle tasche della classe media. Come? Semplicemente definendo ricchi quelli che hanno un reddito ISEE superiore a un tappo di bottiglia. Oggi, con la storia del reddito ISEE, le agevolazioni le prendono solo gli extracomunitari e pochi altri. Perché dovremmo immaginare qualcosa di diverso per la rimodulazione del ticket?

Luca Craia

mercoledì 2 ottobre 2019

Visso senza acqua. C’è la soluzione ma mancano le autorizzazioni. Situazione oltre l’assurdo.


Riuscite a immaginare, voi che la conoscete, Visso senza acqua? Due fiumi con acqua fresca e gorgogliante l’hanno sempre caratterizzata, nel bene e nel male. Nel bene, perché l’acqua è vita, e perché è una delle bellezze di questo splendido borgo, nel male perché, per esempio, proprio per la presenza di tanta acqua, non è stato facile adempiere a tutti gli obblighi previsti per individuare le aree dove allestire le SAE.
Oggi accade il paradosso: Visso è rimasta senza acqua. Il fatto è imputabile ai danni che il sima ha generato nei confronti della fonte principale di approvvigionamento idrico e questo ha innescato una situazione per la quale, un paese ricchissimo d’acqua, non ha più acqua per le abitazioni e per le aziende, come denuncia un comunicato del Sindaco diffuso in queste ore.
La soluzione c’è: basterebbe allacciarsi all’acquedotto del Nera, che preleva l’acqua proprio di uno dei due fiumi che passano in paese e che rifornisce buona parte della provincia di Macerata ma non Visso. La soluzione è stata prospettata alla Regione che, ci mancherebbe altro, ha dato il nulla osta. Ma l’acqua ancora non si vede perché mancano le autorizzazioni. I timbri. La gente di Visso è senz’acqua non perché non ci sia l’acqua ma perché non ci sono i timbri. E questa e l’Italia. E questo, anche questo, soprattutto questo, è il terremoto nel centro Italia.

Luca Craia


Fassina si fa male durante una manifestazione. La Polizia non ha colpe ma la sinistra se la prende solo coi poliziotti.


Mi dispiace per Stefano Fassina, che si è fatto male durante una manifestazione. Si tratta di un trauma piuttosto grave, anche se non sembra rischi la vita o conseguenze serie. I fatti sono piuttosto chiari, perché ci sono i filmati. C’era una manifestazione davanti alla sede di Roma Metropolitane, la società pubblica del Campidoglio che gestisce le opere legate alla metro di Roma. A manifestare c’erano i lavoratori dell’azienda che stanno rischiando il licenziamento perché, proprio secondo Fassina, “la sindaca porta deliberatamente le aziende municipali verso il fallimento per privatizzarle e regalare ai soliti noti servizi essenziali e grandi profitti da attività in monopolio”. È bello questo nuovo impegno per i lavoratori di Fassina che, una volta lasciato il PD, è tornato a fare cose di sinistra. Che Dio lo benedica.
Fatto sta che, a un certo punto, arriva davanti al palazzo dell’azienda un collaboratore dell’assessorato alle municipalizzate del Comune di Roma e vuole entrare nonostante davanti l’ingresso ci sia il sit in dei lavoratori. A questo punto, la polizia si vede costretta a forzare il blocco dei manifestanti per far passare il funzionario comunale. Dai video si vede chiaramente che le Forze dell’Ordine non usano alcun mezzo coercitivo ma fanno solo pressione per lasciar passare questo personaggio del Comune. È però facile immaginare che l’azione un po’ di parapiglia lo causi. Ed ecco qua che a rimetterci è proprio Stefano Fassina, insieme a due sindacalisti che, cadendo, finiscono sotto i piedi di altre persone riportando traumi da schiacciamento. Non è una roba da ridere, e Fassina viene portato in ospedale in codice rosso.
Trovo curioso che il Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, abbia chiesto al capo della Polizia Franco Gabrielli "di verificare se l'intervento delle forze di polizia presenti sia stato svolto in maniera corretta e senza violazioni di legge" ma non abbia chiesto al Comune di Roma se fosse necessario che quel funzionario entrasse nel palazzo proprio in quel momento, ben sapendo che questo avrebbe generato il caos. Fratoianni di SI, invece, dice: “qualcuno al Viminale spieghi al Parlamento e all'opinione pubblica perché nel 2019 lavoratori che difendono il proprio posto di lavoro siano picchiati dalle forze dell'ordine e perché rappresentanti sindacali e parlamentari vengano feriti". Zingaretti non perde occasione e dice la sua: “quanto è avvenuto davanti alla sede di Roma Metropolitane è molto grave. Si faccia immediata chiarezza, siamo vicini a lavoratori, sindacalisti, consiglieri e deputati".
Per fortuna i video sono evidentissimi e la Polizia appare chiaramente senza colpe. Cosa che non si può dire, almeno moralmente, per il collaboratore del Campidoglio. Ma al Campidoglio c’è l’alleato grillino. E poi si sa, la colpa è sempre della Polizia.

Luca Craia