venerdì 2 agosto 2019

TRIBUTI COMUNALI : C’È CHI PAGA E CHI NON PAGA (E QUESTI ULTIMI PURTROPPO NE SONO TANTI)


Comunicato integrale del gruppo Montegranaro Tra La Gente

Consiglio comunale infuocato quello del 30 luglio scorso, con 35 gradi dentro Palazzo Francescani e toni accesi tra consiglieri di maggioranza ed opposizione.
Tema del contendere gli assestamenti di bilancio che passa per la verifica degli equilibri dei conti per capire se gli stessi sono in ordine : a dispetto delle rassicurazioni fornite dall’Assessore Ubaldi circa la loro bontà - e del tanto strombazzato risanamento del bilancio - problemi ve ne sono ed anche seri.
Il Revisore dei Conti come pure la Responsabile del Servizio Finanziario nelle loro relazioni hanno fortemente evidenziato una serie di criticità con l’invito a “…porre in essere tutte le azioni utili al recupero dei crediti giacenti” ed anche “…potenziare ed accelerare le procedure di riscossione dei crediti,….caratterizzati da basse percentuali di incasso” : la situazione è brutta davvero visto che vi sono, ad oggi, ancora da riscuotere oltre 3,5 milioni di tributi di vecchie annualità che, probabilmente, non si riscuoteranno più o quasi.
Vero è che è stato accantonato un fondo di oltre 3,1 milioni ma questo è stato fatto togliendo spazio a servizi e risorse che sarebbero potute andare a beneficio dei cittadini, soprattutto a quelli che i tributi li pagano ed anche profumatamente visto che le aliquote delle imposte comunali applicate a Montegranaro, da cinque anni a questa parte, sono le massime possibili.
Oggi nonostante ciò il dato delle morosità è importante e ci induce, oltra a condividere le serie preoccupazioni del revisore e del responsabile del servizio finanziario, a delle ulteriori considerazioni : a Montegranaro c’è chi i tributi li paga e chi non li paga, tuttavia chi paga lo fa a caro prezzo e soprattutto lo fa per due.
Se dividessimo questa mole enorme di 3,5 milioni di tributi non riscossi tra le famiglie della città, avremo che ciascuna famiglia si trova a pagare circa 700 euro di tributi in più perché alcuni cittadini i tributi non li pagano proprio.
Ricordiamo, senza voler fare polemica, che il problema dei tanti vituperati debiti fuori bilancio, ha rappresentato un esborso, spalmato in 5 anni di consiliatura, di complessivi 1,1 milioni : questo che rappresentiamo è un problema tre volte più grande.
Non ci sembra poco.
La parola ora all’Assessore : quali azioni verranno prese per rimuovere questa diseguaglianza e quali misure per contrastare questa grande evasione ?

Gruppo Consiliare Montegranaro Tra La Gente

San Francesco chiusa è una sciagura per il centro storico di Montegranaro.


La chiesa è fragile, è noto. Ha subito diversi crolli, nei secoli, probabilmente proprio per la conformazione geologica del terreno su cui sorge. È quindi logico avere la massima attenzione, specie dopo il terremoto del 2016 che ha causato danni leggeri, ma comunque danni che ci sono e vanno sistemati e che, comunque, consigliano prudenza nel rendere il tempio accessibile.
Per questo motivo San Francesco, la Pievania, la chiesa centrale, la principale, la sede della parrocchia del SS.Salvatore e della comunità ecclesiastica montegranarese, è chiusa ormai da tre lunghissimi anni. Dicevamo che danni enormi non ci sono, ma nemmeno leggerissimi e, vista la storia dell’edificio, è bene avere cautela. Quindi, da un punto di vista prudenziale, è giusto che sia così, tanto più che le esigenze parrocchiali possono essere sopperite dalle altre chiese, compresa SS.Filippo e Giacomo provvidenzialmente ristrutturata pochi mesi prima del sisma (altrimenti l’avremmo persa).
Ma una chiesa non è soltanto un tempio religioso. Una chiesa svolge una funzione sociale importante, è un punto di riferimento fisico, un polo di aggregazione, è il simbolo di una comunità al di là della fede e del credo. Per questo, la Pievania chiusa da così tanto tempo è un’autentica sciagura per Montegranaro, in particolare per il suo centro storico.
Una chiesa aperta richiama i fedeli alla messa, la messa della domenica, frequentatissima e momento forse unico in cui il centro storico di Montegranaro era davvero vivo. Il catechismo, le attività parrocchiali, ma anche la fruizione singola, il momento di raccoglimento, senza trascurare la possibilità per eventuali turisti e visitatori di entrare in chiesa semplicemente per vederla. Poi c’è il lato umorale: un portone chiuso è quanto di più deprimente, respingente, allontanante si possa pensare. La piazza di Montegranaro è un trionfo di portoni chiusi, specie nei giorni di festa. E quello della chiesa è il più brutto a vedersi.
Pare che tutto sia fermo perché è ferma la ricostruzione post-sisma e la Curia attende di sapere come muoversi per riparare i danni del terremoto. Attende da tre anni come tutti i terremotati. E anche il centro storico di Montegranaro attende, perdendo ogni domenica che passa la speranza.  Perché la gente, poi, si abitua a non frequentare e, una volta abituata, è fatta. E non frequentando più la chiesa non si frequenta più la piazza. La piazza muore, il centro muore e, pensa un po’, muore tutto il paese, anche se non sembra.

Luca Craia

Buon compleanno, Arkeo.


Era il 2 agosto del 2011, 8 anni fa esatti, quando l’assemblea dei soci fondatori, riunita nella nostra ex sede di via Castelfidardo, nei locali adiacenti alla chiesa di San Pietro che allora ci venivano concessi dalla Parrocchia, costituiva ufficialmente l’associazione Arkeo. Allora si chiamava Archeo – con il ch anziché la k – e aderiva all’Archeoclub d’Italia. Da allora sono passati otto anni e sono successe tantissime cose. Abbiamo perso il ch, come impostoci dall’Archeoclub quando ci sganciammo, ma abbiamo guadagnato una ben più preziosa k, abbiamo perso soci ma ne abbiamo guadagnati di molto più preziosi, e abbiamo fatto tante cose.
Abbiamo portato i turisti a Montegranaro. Oggi tutti parlano di turismo, persino durante l’ultima seduta del Consiglio Comunale ho sentito più volte parlare di turismo. Noi, i turisti, li abbiamo portati davvero, corriere piene come non si erano mai viste.
Abbiamo dato dignità e lustro a un luogo di cui Montegranaro si è sempre vantato ma che sempre ha lasciato a se stesso: Sant’Ugo. Prima di noi, Sant’Ugo era un luogo chiuso, impossibile da visitare, sporco. Soprattutto era un luogo sconosciuto. Lo abbiamo fatto conoscere in tutto il mondo e oggi vengono a visitarlo da ogni dove. Questo lo abbiamo fatto noi, tessendo contatti, alleanze, amicizie. Non ci ha aiutati nessuno. Anzi.
Ma abbiamo fatto anche altro. Abbiamo rifatto le luci di Sant’Ugo, appunto, e abbiamo eseguito, a nostro carico o con l’aiuto di cittadini generosi, diversi restauri.
Abbiamo tenuto monitorato il patrimonio culturale e artistico di Montegranaro, almeno finchè ci è stato consentito farlo. Abbiamo sostenuto la causa del centro storico, di cui tutti parlano ma di cui nessuno si occupa concretamente.
Sono passati otto anni, anni duri ma belli, che ci hanno regalato amarezze, qualche ferita ma anche tante soddisfazioni. Quello che facciamo noi non è così evidente, non ti porta il plauso della folla. Le nostre manifestazioni sono frequentate da poche decine di astanti, forse perché da noi non si mangia, di solito. Ma non facciamo quello che facciamo per il plauso, che comunque non ci dispiace; lo facciamo perché amiamo questo paese e siamo convinti che abbia grandi potenzialità.
Per questo voglio fare gli auguri ai miei soci. A quelli che hanno fondato l’associazione, al Presidente, al Direttivo e a tutti quelli che ci sostengono con incoraggiamenti e aiuti. Voglio augurare a tutti di avere la forza per andare avanti, di riuscire a superare le difficoltà, che sono tante, le avversità e gli ostacoli. Di avere almeno altri ottanta anni da utilizzare per fare bene come abbiamo fatto finora. Magari con qualche bastone tra le ruote in meno.
Auguri Arkeo.

Luca Craia