venerdì 2 agosto 2019

San Francesco chiusa è una sciagura per il centro storico di Montegranaro.


La chiesa è fragile, è noto. Ha subito diversi crolli, nei secoli, probabilmente proprio per la conformazione geologica del terreno su cui sorge. È quindi logico avere la massima attenzione, specie dopo il terremoto del 2016 che ha causato danni leggeri, ma comunque danni che ci sono e vanno sistemati e che, comunque, consigliano prudenza nel rendere il tempio accessibile.
Per questo motivo San Francesco, la Pievania, la chiesa centrale, la principale, la sede della parrocchia del SS.Salvatore e della comunità ecclesiastica montegranarese, è chiusa ormai da tre lunghissimi anni. Dicevamo che danni enormi non ci sono, ma nemmeno leggerissimi e, vista la storia dell’edificio, è bene avere cautela. Quindi, da un punto di vista prudenziale, è giusto che sia così, tanto più che le esigenze parrocchiali possono essere sopperite dalle altre chiese, compresa SS.Filippo e Giacomo provvidenzialmente ristrutturata pochi mesi prima del sisma (altrimenti l’avremmo persa).
Ma una chiesa non è soltanto un tempio religioso. Una chiesa svolge una funzione sociale importante, è un punto di riferimento fisico, un polo di aggregazione, è il simbolo di una comunità al di là della fede e del credo. Per questo, la Pievania chiusa da così tanto tempo è un’autentica sciagura per Montegranaro, in particolare per il suo centro storico.
Una chiesa aperta richiama i fedeli alla messa, la messa della domenica, frequentatissima e momento forse unico in cui il centro storico di Montegranaro era davvero vivo. Il catechismo, le attività parrocchiali, ma anche la fruizione singola, il momento di raccoglimento, senza trascurare la possibilità per eventuali turisti e visitatori di entrare in chiesa semplicemente per vederla. Poi c’è il lato umorale: un portone chiuso è quanto di più deprimente, respingente, allontanante si possa pensare. La piazza di Montegranaro è un trionfo di portoni chiusi, specie nei giorni di festa. E quello della chiesa è il più brutto a vedersi.
Pare che tutto sia fermo perché è ferma la ricostruzione post-sisma e la Curia attende di sapere come muoversi per riparare i danni del terremoto. Attende da tre anni come tutti i terremotati. E anche il centro storico di Montegranaro attende, perdendo ogni domenica che passa la speranza.  Perché la gente, poi, si abitua a non frequentare e, una volta abituata, è fatta. E non frequentando più la chiesa non si frequenta più la piazza. La piazza muore, il centro muore e, pensa un po’, muore tutto il paese, anche se non sembra.

Luca Craia