mercoledì 17 luglio 2019

Agenzie Italiana del Farmaco senza Presidente da oltre un anno. Farmaci salvavita bloccati.


L’Agenzia Italiana del Farmaco è l’organismo che vigila sul mercato farmaceutico e stabilisce, dopo aver effettuato i controlli di legge, se un medicinale può essere ammesso nel Servizio Sanitario Nazionale oppure no. Un ruolo importantissimo per la salute degli Italiani che, da oltre un anno, è senza vertice. Spetta al governo la nomina del Presidente dell’Agenzia ma, a tutt’oggi, pare non ci sia stato tempo per farlo oppure non si è riusciti ad accordarsi sul nome. Una cosa che non ti aspetteresti, specie sapendo che, al Ministero della Salute, c’è un esponente del Movimento 5 Stelle che, come si sa, rifiuta o dovrebbe rifiutare le vecchie pratiche partitiche di spartizione delle cariche. Fatto sta che il Presidente non c’è e un sacco di pratiche sta fermo, tra le quali farmaci salvavita e, pare, una nuova cura oncologica che potrebbe essere risolutiva in molti casi e che, invece, sta ancora appoggiata su qualche tavolo in attesa che venga apposta la firma per farne partire la pratica.

Luca Craia


Oggi L’Ape Ronza compie 10 anni


Era il 17 luglio del 2009 quando decisi di aprire questo blog, esattamente 10 anni fa. Ho sempre scritto, scrivevo per me, magari poi buttando via tutto, oppure esposti per il martoriato centro storico, memorie da far circolare tra i cittadini. Nel 2009 mi accorsi che le nuove tecnologie e la nuova comunicazione offerta dalla rete potevano fornirmi un modo per incanalare questa mia necessità perché, per me, scrivere è una necessità. Il mio amico Gastone Gismondi era appena stato eletto Sindaco di Montegranaro e, con L’Ape Ronza, mi proponevo di fargli da pungolo, da sprone a fare bene. Credo sia quello che ho fatto per tutta la durata del suo mandato,  come egli stesso mi ha riconosciuto, a volte diventando un tormento ma, in linea di massima, rimanendo uno strumento per capire gli umori e le necessità dei cittadini.
Mi proponevo di fare la stessa cosa con l’amministrazione comunale che è seguita, così ho proseguito a segnalare quello che, secondo me, non andava, facendomi anche interprete delle segnalazioni che, negli anni, mi arrivavano sempre più numerose dai cittadini. Purtroppo l’atteggiamento dell’Amministrazione Mancini non è stato aperto e di confronto come fu quello di Gismondi e, in pochi mesi, si è arrivati allo scontro: io continuavo a scrivere mentre l’Amministrazione Comunale e chi gli stava vicino, vedendomi come un nemico e non come un cittadino che sollecita interventi per il bene comune, trovava tutti i mezzi per contrastarmi.
Nei primi cinque anni dell’Amministrazione Mancini ho subito di tutto: insulti, diffamazioni, minacce, danni alla macchina e via discorrendo, fino ad arrivare alla querela, ovviamente poi archiviata perché inconsistente, ma che mi ha fatto capire in via definitiva come funziona il nuovo modo di fare politica, senza confronto ma pronti allo scontro.
Anche occupandomi, in tempi più recenti, di terremoto, ho avuto conferma che la politica e quello che vi gravita intorno siano cambiati da quando, giovanissimo, anch’io mi dedicavo a essa con grandi speranze e facendo ottime e importanti esperienze. Il mio approccio con le tematiche del terremoto è stato diverso da quello relativo a Montegranaro, in quanto non coinvolto direttamente ma solo in maniera empatica e affettiva. Ho cominciato semplicemente a dire la mia opinione, che è stata letta e condivisa, e sono cominciate ad arrivare le segnalazioni da parte dei terremotati stessi, trasformando il blog in una sorta di amplificatore, o megafono per i problemi della gente. Ma anche lì la politica ha pesato, ed è partita l’operazione, quasi identica a quella montegranarese, per cercare di tacitarmi, con i consueti insulti, le consuete minacce, e la consueta querela, anche quella risoltosi in mio favore.
Dieci anni di attività in questo modo, si capirà, sono faticosi, e la tentazione di chiudere tutto e tornare a scrivere per me stesso e pochi amici è stata ed è tutt’ora molto forte. Con la delusione elettorale alle amministrative, che non ho mai nascosto, sono giunto alla determinazione di spingere meno sulle tematiche politiche cittadine,  tanto che non intervengo da quasi due mesi. Non smetto di seguire la vita politica locale, tutt’altro, ma mi riservo di dire la mia, e soltanto la mia, solo quando e se lo riterrò opportuno e per motivi seri. Per le segnalazioni dei cittadini, come è noto, c’è il gruppo Facebook “Montegranaro Social” dove ognuno può dire la sua, rispettando le regole e gli altri. È lo stesso atteggiamento che ho adottato con le tematiche del terremoto: parlo ogni tanto, dico la mia, ma cerco di evitare di diventare il bersaglio dei frustrati e dei dementi, cercando anche di salvaguardarmi il fegato.
Ma L’Ape Ronza ancora c’è, esiste, ed è seguita. In questi ultimi due mesi, in cui ho parlato prevalentemente di questioni generali o di iniziative positive locali, mi sarei aspettato una flessione delle letture del blog e della pagina Facebook, flessione che non c’è stata, anzi, il trend è estremamente positivo, cosa che mi dà soddisfazione perché è innegabile il piacere che si prova a essere in qualche modo seguiti. L’intenzione è quella di andare avanti, di continuare ad arricchirmi con il blog, come è stato capace di dire qualcuno sapendo benissimo che, con un blog come il mio, se rimetti poco, sei fortunato, specie se non vai in galera (e ci hanno provato a mandarmici, altroché). Seriamente: vado avanti perché, come dicevo, per me scrivere è una necessità. Altri dieci anni? Chi lo sa, intanto da domani si entra nell’undicesimo.

Luca Craia


Mezzina: sicurezza e priorità. Installato il T-Red ma per la rotonda non ci sono soldi.

Da anni chiedo a gran voce da queste pagine, anche facendomi portavoce di diversi automobilisti che quotidianamente percorrono quel tratto di strada, che l’impianto semaforico tra la Mezzina e la Provinciale Montegranarese-Elpidiense venga sostituito da una rotatoria. La richiesta deriva dal fatto che l’incrocio è estremamente pericoloso, tanto che vi si sono verificati numerosissimi incidenti, alcuni dei quali mortali. Ad aggravare la situazione c’è il fatto che l’impianto semaforico in questione spesso non è funzionante, quindi attraversare la Mezzina diventa un autentico azzardo.
La risposta che è sempre stata data dalla Provincia di Fermo, ente proprietario di entrambe le strade, è che non ci sono soldi, che una rotonda, per quanto auspicabile, non è realizzabile perché i costi sono alti e la Provincia, come è noto, non ha più le facoltà economiche di un tempo. Una risposta poco convincente, in verità, perché ridurre il rischio per la vita umana a una questione di soldi è davvero avvilente e, almeno nelle mie convinzioni, la Provincia, parte dello Stato, e i politici che la amministrano dovrebbero fare di tutto e di più per scongiurare ogni pericolo per i cittadini, anziché trincerarsi dietro un autoassolutorio “non ci sono soldi”.
Quando poi scopri che è stato installato, sempre sullo stesso incrocio, un sistema di controllo delle infrazioni semaforiche tipo T-Red, di quelli che ti fanno la multa anche se passi con il giallo (stile Porto San Giorgio, per capirsi) allora ti cascano le braccia. Per carità, anche sanzionare e reprimere i comportamenti pericolosi è importante, ma certamente non è la soluzione definitiva, mentre una rotatoria diminuirebbe drasticamente il numero e la gravità degli incidenti, come è statisticamente provato. E un impianto di videosorveglianza di quel genere non credo sia costato poco, certamente meno di una rotatoria. Ma una rotatoria salva le vite, il T-Red no. Probabilmente si preferisce incassare le multe piuttosto che proteggere la vita della gente. Questione di scelte, di priorità.

Luca Craia

martedì 16 luglio 2019

Bambini allontanati dalle loro famiglie. La Malaigia interroga per conoscere la situazione nella Regione Marche 

Comunicato integrale

Dopo aver appreso i gravi fatti accaduti in alcuni Comuni della Provincia di Reggio Emilia e oggetto dell’inchiesta giudiziaria “Angeli e demoni”, i consiglieri regionali hanno deciso di presentare una interrogazione a risposta orale che verrà discussa nelle prossime sedute di Consiglio. “L’affido dei minori – afferma la Malaigia, prima firmataria della interrogazione– va monitorato con grande attenzione, perché talvolta, come confermano le terribili notizie provenienti dall’Emilia Romagna, vi è il rischio di allontanamenti illegittimi ed arbitrari dai genitori naturali, che causano mali ancora peggiori di quelli a cui si dice di voler porre rimedio.I fatti accaduti rappresenterebbero, se confermati, una gravissima ed intollerabile violazione della dignità dei minori,- prosegue il consigliere - aggravata dalle particolari condizioni di difficoltà e debolezza della famiglia naturale di provenienza”.Vogliamo con quest'atto accendere i riflettori e tenere alta la guardia su questo tema così delicato. E' necessario - porre in essere una verifica immediata di tutto il sistema di affidi nel nostro territorio regionale tenuto conto che tutta l’operazione “romagnola”, era un vero e proprio ‘sistema’ , gestito da autorevoli rappresentanti delle istituzioni e pertanto “non controllabile”. Medici, psicoterapeuti, servizi sociali, onlus autorizzate e politici che coprivano tutto per un giro di soldi o interessi personali. “A nostro avviso la strada da seguire – proseguono i consiglieri regionali – è quella del rafforzamento del sostegno alle famiglie in difficoltà e di mettere in campo una serie di iniziative volte al monitoraggio dei procedimenti di valutazione del sitema famigliare, di affido del minore e di tutti i soggetti coinvolti” “Auspichiamo che la nostra Regione sappia dare presto risposte in merito alla correttezza e alla trasparenza del nostro “sistema”!