martedì 9 luglio 2019

Montegranaro: la nuova linea de L’Ape Ronza


Continuano ad arrivare segnalazioni, fotografiche e non, di problematiche relative a Montegranaro ma, come si sarà notato, la linea del blog ha leggermente cambiato impostazione, lasciando indietro, appunto, le segnalazioni dei lettori montegranaresi e le questioni legate all’amministrazione comunale. Si tratta di una scelta precisa, annunciata già da prima delle elezioni, che vuole ridimensionare il ruolo del blog sul piatto della politica cittadina cercando di responsabilizzare maggiormente i cittadini che sono così invitati a gestire autonomamente segnalazioni e problemi.
Già da tempo ho fondato un gruppo Facebook, Montegranaro Social, dove è possibile per tutti sia pubblicare notizie e informazioni di carattere generale relative alla vita della comunità cittadina sia effettuare segnalazioni di problematiche. Il gruppo, pubblico e aperto a tutti purchè siano rispettate le regole della comunità, sta funzionando egregiamente: ha superato i 400 iscritti e vi si nota una buona attività dei membri, con un discreto numero di segnalazioni e una buona partecipazione alle discussioni.
Per quanto riguarda il blog, l’impostazione attuale cerca di dare una visione più del territorio e della regione, senza disdegnare riflessioni sull’attualità e la politica nazionale. Non nascondo la soddisfazione nel constatare che questa modifica sostanziale della linea “editoriale”, che avrebbe potuto comportare un calo cospicuo di lettori, ha invece incrementato gli stessi.
Tutto questo non vuol dire che L’Ape Ronza non si occupi più di Montegranaro. Il mio paese avrà sempre il suo spazio e già lo ha avuto, per i brutti fatti di cronaca recenti o per segnalare eventi e iniziative che ho reputato interessanti. Non è neanche detto che non mi occupi più di politica cittadina, ma lo farò solo se e quando ne sentirò l’effettiva necessità. Preciso che non ho cambiato idea sulla qualità politica e umana di chi amministra il paese, tutt’altro, ma credo che il pungolo spetti più ai cittadini direttamente che a un filtro mediatico quale è stato fino a ieri questo blog., fermo restando che, quando e se sarà necessario, mi riservo di intervenire nella mia assoluta libertà di pensiero ed espressione.
Infine mi godo un po’ di serenità, visto che ora, con questa nuova impostazione, sono drasticamente calati anche gli insulti, le minacce e persino certi casi di cyberbullismo di cui sono stato vittima, specie in tempi recenti. Ancora qualche residuo esiste, nonostante sul blog non sia apparso più nulla, ma a qualcuno pare dia fastidio persino che pensi nel mio privato; così va il mondo, specie a Montegranaro.
Questa è la nuova impostazione de L’Ape Ronza che durerà finchè riterrò opportuno che duri.

Luca Craia


lunedì 8 luglio 2019

Interporto Marche: esposto di Zaffiri alla Procura


Comunicato integrale

Il capogruppo della Lega Nord Marche Sandro Zaffiri depositerà domani 9 luglio alle ore 11,00, alla Procura della Repubblica presso la Corte dei Conti di  Ancona un esposto relativo alla grave situazione in cui versa l'Interporto Marche.
La struttura intermodale di Jesi infatti secondo Zaffiri non è ancora in condizione di svolgere l'attività interportuale.
Con l'esposto Zaffiri chiede che le autorità preposte svolgano un'attività di accertamento affinchè venga stabilita se e in quale misura siano avvenuti fatti di danno erariale attribuibili agli amministratori regionali, agli organi di controllo delle partecipate e agli amministratori delle stesse partecipate, non ancora coperti da prescrizione.
Il Capogruppo della Lega confida che la Magistratura faccia luce su questa vicenda dai contorni poco chiari.

Sandro Zaffiri
Capogruppo Lega Nord Marche

Vincent Lambert: la società che difende la vita e uccide chi non serve più.

È curioso come la stessa società che difende la sostanziale tratta di schiavi del mediterraneo con la giustificazione della necessità di salvaguardare la vita umana non muova un dito e non sprechi un fiato per il caso di Vincent Lambert. È un caso poco noto, perché i nostri media, appiattiti sugli argomenti prediletti dal potere, sia di maggioranza che di opposizione, ne parlano davvero poco. Lambert è un ex infermiere di 42 che è ridotto in stato vegetativo dal 2008 a causa di un incidente automobilistico. L’uomo è ricoverato presso il reparto di cure palliative dell’ospedale di Reims, il cui responsabile, lo scorso 2 luglio, a stabilito di sospendere ogni trattamento di nutrizione e idratazione nei confronti di Vincent. Si capisce bene che, in questo modo, lo si è condannato a morte.
Il dibattito sulla vita persistente in caso di stato vegetativo è ampio e molto articolato e non intendo addentrarmici in un post come questo. Ritengo, comunque, che l’uomo sia padrone della propria vita e che possa decidere di interromperla con una manifestazione chiara della propria volontà. Parimenti, però, ritengo che nessuno possa essere autorizzato a decidere circa la vita altrui, che rimane comunque sacra e inviolabile. Per questo motivo penso, semplificando al massimo, ben inteso, che decidere di sospendere i trattamenti che mantengono in vita un paziente incapace di manifestare in alcun modo la propria volontà non sia legittimo e che farlo equivalga a ucciderlo, perpetrando un omicidio.  
In questo caso specifico sono gli stessi familiari del paziente a opporsi all’interruzione dei trattamenti, non avendo mai il loro congiunto manifestato in alcun modo la volontà di essere sottoposto a eutanasia al verificarsi di determinate condizioni. Per questo motivo i parenti di Vincent Lambert hanno sporto denuncia per omicidio premeditato.
La questione, però, oltre che morale è anche politica. E torno all’incipit. Non ho trovato alcun moto di solidarietà per i familiari di Lambert, né alcuna iniziativa a sostenere la loro tesi. Eppure a stracciarsi le vesti per le morti nel mediterraneo sono in tanti, così come sono giustamente in tanti i contrari alla pena di morte. Però questo è un caso limite, difficile, si fa fatica prendere posizione, anche perché, come dicevamo, circola poca informazione.
Credo invece che siamo di fronte a un’evoluzione preoccupante della nostra società, che comincia a codificare il rifiuto per chi non è produttivo, quindi utile alla stessa, mettendone fine all’esistenza in maniera sistematica. Se il principio che muove chi condanna di fatto Lambert a morire di fame e di sete dovesse passare, si aprirebbero scenari raccapriccianti in cui sarebbe contemplabile persino mettere una scadenza temporale alla vita. I segnali già ci sono, chiari e forti.
Luca Craia

Risorgimarche: insorgono le associazioni ambientalistiche. Il testo integrale.


Finalmente, anche se con notevole ritardo, anche le associazioni ambientalistiche marchgiane aderenti all’Alleanza, Gruppo di Intervento Giuridico, Italia Nostra Marche, LAC Marche, LAV Marche, Lipu Marche, Lupus in Fabula, Pro Natura Marche, Forum Paesaggio Marche, WWF Marche, prendono posizione su Risorgimarche dicendo cose perfettamente condivisibili. Almeno da parte mia sono condivisibilissime, visto che le stesse cose le dicevo già alla prima edizione, tre anni fa, collezionando insulti da ogni direzione, compreso il palco stesso dell’evento da cui Marcorè mi appellò come Guru del web. Ora vediamo se anche le benemerite associazioni di cui sopra meriteranno insulti o se la loro sacrosanta presa di posizione servirà finalmente a una riflessione seria e profonda sull’utilità di questo evento che, per quanto mi riguarda, rimane lodevole ma che andrebbe ricalibrato, almeno per non danneggiare il paesaggio. Poi dare realmente solidarietà e aiuto alle popolazioni terremotate è un altro paio di maniche. Sotto trovate il testo integrale del comunicato dell’Alleanza.

Luca Craia



Il testo integrale



 “RISORGIMARCHE : SI ALL’AIUTO DEI TERRITORI,  NO ALL’ASSALTO DI MASSA AI LUOGHI PROTETTI”


Da qualche anno si è presa l’abitudine di localizzare concerti ed iniziative di massa in zone di interesse naturalistico, forse per facilità organizzativa, forse contando sul richiamo del fascino dei concerti in alta quota e, da quest’anno, anche sulle spiagge. Nelle Marche per il terzo anno consecutivo Neri Marcorè organizza sui prati delle nostre montagne concerti molto frequentati. Le associazioni ambientaliste regionali non possono che ringraziare Marcorè che è stato l’unico personaggio pubblico marchigiano ad aver realizzato una serie di iniziative che sotto il nome di RisorgiMarche dichiarano l’intenzione di dare “una mano e mantenere alta l’attenzione” sulle conseguenze del terremoto. Come non essere d’accordo con l’iniziativa?
Purtroppo neanche quest’anno ci trova d’accordo la localizzazione degli eventi che noi desidereremmo vicini ai centri urbani terremotati e lontani dai prati delle montagne. Ciò per due motivi:
- il primo motivo è che i residenti che cercano di risorgere si trovano attorno a quel che resta dei centri abitati dove hanno localizzato le iniziative di ripartenza economica con le prime botteghe e ristori, al di fuori delle “zone rosse”. Se si vuole “dare una mano” concreta, anche sotto l’aspetto economico, è lì che bisogna portare gli amanti della musica e dei concerti all’aperto.
- il secondo motivo è che i prati delle montagne non hanno bisogno della pressione di migliaia di
persone che, anche con la adozione di misure precauzionali, in ogni caso comporta la distruzione della flora, la modifica dell’habitat naturale, il disturbo con il rumore della fauna e dell’avifauna ivi presente, l’aumento dei rischi di incendio.
I siti scelti da RisorgiMarche (così come indicati dalla stampa) risultano essere inseriti nel Piano Paesistico Ambientale Regionale e precisamente due siti (Spelonga nel parco nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga e Monte Fraitunno nel parco nazionale dei Monti Sibillini) sono in aree BA, di “eccezionale valore ambientale” dove le norme tecniche indicano “la presenza di specie vegetali endemiche e rare o in via di estinzione, peculiari della regione Marche” che le classifica come “emergenze botanico-vegetazionali”. In queste aree occorre adottare “misure protettive evitando in particolare il danneggiamento di tutte le specie vegetali”. Entrambe le zone sono anche aree floristiche protette (n.75 e n. 85) dove è prevista la tutela integrale della flora. Cinque siti (Poggio San Romualdo all’interno del parco regionale della Gola della Rossa e di Frasassi, Piani di Monte Torroncello, Monte Gemmo, Macereto nel parco nazionale dei Monti Sibillini, Dosso Vallonica) sono in aree BB, “di rilevante valore ambientale” dove le norme tecniche indicano “la presenza di associazioni vegetali di grande interesse…elementi maggiormente condizionati da fenomeni di antropizzazione…” e dove “devono essere promossi interventi di conservazione per la ricostruzione degli ambienti naturali”. A tal proposito sono state effettuate le valutazioni di incidenza previste per legge?
La preoccupazione ci coglie anche per il Jova Beach (Jovanotti) previsto per agosto prossimo a Fermo poiché è stato scelto un luogo in riva al mare dov'è la nidificazione del "fratino", un mini-trampoliere tutelato e di abitudini molto particolari.
In conclusione sarebbe molto importante se i protagonisti del mondo dello spettacolo, per primi, dimostrassero una maggiore sensibilità ai temi della tutela dell’ambiente e se chi è chiamato a fornire le autorizzazioni sapesse indirizzare la scelta dei luoghi in senso favorevole alla sopravvivenza del nostro patrimonio naturale. Gliene saremmo tutti grati!
               
La Alleanza della Associazioni Ambientaliste Marchigiane:
Gruppo di Intervento Giuridico, Italia Nostra Marche, LAC Marche, LAV Marche, Lipu Marche, Lupus in Fabula, Pro Natura Marche, Forum Paesaggio Marche, WWF Marche.

domenica 7 luglio 2019

Iadonato migliora, ma è sofferente. Nuovo intervento martedì. Il colpevole paghi.

È molto sofferente, Mario Iadonato, a una settimana di distanza dal fatto di sangue di cui è stato vittima nell'adempimento del proprio dovere. Ma, nonostante la sofferenza, il quadro clinico è in evoluzione positiva. C'è un residuo di sangue nel polmone ferito che il drenaggio non è riuscito a eliminare e, per questo motivo, martedì prossimo il carabiniere montegranarese verrà sottoposto a un nuovo intervento chirurgico volto a rimuovere l'inconveniente. Se tutto andrà come deve andare, Iadonato potrà essere finalmente dimesso e tornare a casa, forse anche nel prossimo fine settimana.
Mi preme sottolineare la sofferenza che quest'uomo sta patendo a causa di un delinquente che gode dell'ospitalità del nostro Paese e lo ripaga in questo modo. Ritengo che questa persona, e faccio fatica a definirlo persona, rappresenti l'aspetto peggiore della situazione migratoria nel nostro Paese. Questo delinquente, oltre rappresentare un pericolo per la collettività, è autore di un danno enorme per gli stessi immigrati onesti che, a causa sua, subiscono un danno enorme, solo parzialmente mitigato dal bel gesto dei rappresentanti della comunità islamica montegranarese che sono andati a dimostrare personalmente la loro solidarietà al carabiniere.
Voglio ribadire il mio punto di vista, soprattutto dopo aver letto alcuni commenti sulla mia pagina Facebook. Ritengo che lo straniero che venga a risiedere, lavorare, crearsi un futuro in Italia debba sempre ricordare che è ospite in casa altrui. Quella casa può diventare anche sua ma a determinate condizioni. L'Italia non è un pezzo di terra, l'Italia è una nazione costruita negli anni dagli Italiani. C'è un sistema sociale, che è lo stesso che accoglie e fornisce tutte le stesse assistenze che hanno i cittadini italiani agli stranieri che vengono a contribuire a far crescere questa nazione. Ma questo sistema sociale è frutto del lavoro e del sangue degli italiani e questo concetto deve essere imprescindibile. Perciò, chi si comporta come il delinquente che ha accoltellato Mario Iadonato, non può più usufruire del sistema sociale di questa nazione.
È importante che gli stessi stranieri siano i primi a espellere dalle loro comunità interne questa feccia, di cui l'accoltellatore del carabiniere purtroppo non è esempio raro. Ora c'è da augurarsi che a questo delinquente venga inflitta la giusta punizione. Ma c'è anche da sperare che questa brutta storia rimanga da monito per tutti, perché si possa arrivare a una vera integrazione degli stranieri che accettano le regole della casa che li ospita e la fanno diventare casa propria, rigettando da ogni contesto sociale chi invece rappresenta in sé il male che ostacola questo processo virtuoso.

Luca Craia