venerdì 10 maggio 2019

L’Assessore Basso sbotta su Facebook contro Gismondi. Salvini è costato troppo. Compratevi la ciabatta.



Ha innervosito molto la compagine del Sindaco Mancini la visita di Salvini e, probabilmente, il successo che ha riscosso. Lo si capisce dalle reazioni piuttosto scomposte di alcuni attuali amministratori e sostenitori, nonché candidati, tra i quali svetta il lungo sfogo dell’assessore Basso affidato al suo profilo Facebook. In un post piuttosto lungo per i suoi standard, Basso si rivolge direttamente a Gismondi (ma da lontano, come suo solito, non in un contesto in cui la controparte possa inequivocabilmente leggere e controbattere) lamenta il costo della visita del Vicepremier a Montegranaro, costo, secondo lui, ingiustamente a carico della collettività.
Il Comune di Montegranaro ha speso una bella cifra se pensiamo appunto al lavoro dei vigili urbani, degli operai che hanno preparato l'area e messo i divieti di sosta, TAGLIATO i cestini per motivi di sicurezza, costi della ditta rifiuti che ha dovuto rimuovere tutti i cassonetti nell'area sempre per motivi di sicurezza per poi rimetterli stamani” lamenta l’assessore. La domanda sorge spontanea, come diceva Lubrano: chi avrebbe dovuto farlo, se non il Comune di Montegranaro? Quandanche Salvini fosse stato semplicemente un esponente politico e non un’istituzione, chi avrebbe dovuto pensare ad accoglierlo e, soprattutto, a garantire la sicurezza di quei cittadini, e ripeto CITTADINI, che sono venuti ad ascoltarlo?
E poi si arriva al giallo della corrente. La corrente è stata fornita dal Comune, gratis, dice Basso. Io direi che, se ci dicono quanto hanno speso, magari facciamo una colletta di un centesimo per ogni presente, portiamo la cifra ottenuta in Comune e ci facciamo dare il resto. E il cavo, il cavo della discordia. Sì perché, in sostanza, la corrente l’hanno data, ma non hanno fornito il cavo per attaccarsi. “Ti serviva pure una doppia, una tripla, o una ciabatta?” dice stizzito Basso a Gismondi. Beh, direi di sì, direi che, visto che si fornisce la corrente, si dovrebbe anche dare modo di farla utilizzare, tanto più che un cavo, una doppia, una ciabatta, magari da qualche parte il Comune ce l’ha, non è possibile che non ce l’abbia: a Veregra Street è una ragnatela di cavi, prolunghe, adattatori e, se vogliamo, anche ciabatte. Perché non darle agli organizzatori della manifestazione? Altra piccola meschinità da aggiungere alla lunga serie delle meschinità a cui abbiamo assistito in questi ultimi cinque anni?
Doverlo dire dal palco «non ci hanno dato il cavo della corrente », insistere su Facebook, indica solo quanto inadatto sei a ricoprire il ruolo che vuoi ricoprire e che già hai ricoperto, con le battutine allusive e il tuo non fare mai i nomi” accusa Basso. In effetti la battuta c’è stata, ma non è stata tanto allusiva, anzi, era molto chiara. È curioso che a lamentarsi delle battutine allusive sia proprio Basso, principe delle battutine allusive, dei nomignoli, degli sfottò, tra balli in piazza e pissi pissi bau bau sui social, aragoste, haters e tutto il resto. Di solito, chi semina vento raccoglie tempesta, ma quella di Gismondi è stata solo una considerazione su un dato di fatto: il cavo non è stato fornito, e non credo perché il Comune non ce l’avesse. Il rumore delle unghie sugli specchi non è fastidioso per tutti.

Luca Craia

Bagno di folla per Salvini, Lucentini e Gismondi. Il Sindaco non saluta il Ministro.


Anche Salvini c’è rimasto di stucco a vedere quanto fosse numeroso il pubblico di piazza San Serafino. E, in effetti, il colpo d’occhio della piazza dal palco allestito dagli organizzatori davanti alla chiesa era impressionante: una marea umana, da sotto al palco fino a Porta Marina. Dati ufficiali ancora non se ne hanno ma si stima ci fossero almeno 5000 persone, ovviamente non tutti elettori leghisti, ma dalle acclamazioni che il Ministro dell’Interno ha ricevuto, direi che gran parte dei presenti era lì non solo per curiosità.
Ma il pubblico ha interagito bene e forte anche con i candidati locali, che Salvini è venuto a sostenere. Mauro Lucentini, che punta al Parlamento Europeo e che ha fatto da mattatore, cosa che sa fare egregiamente, ha scaldato il pubblico per Gastone Gismondi, candidato Sindaco, accolto da grandi applausi e da un’ovazione finale. Insomma, se c’era qualche curioso o qualche infiltrato, era certamente in netta minoranza.
C’erano anche Sindaco e Vicesindaco di Montegranaro. Quest’ultimo è rimasto fuori dai recinti, ha osservato la scena da lontano con un’espressione piuttosto attonita. Anche la Mancini osservava da lontano, con un sorriso sghembo e lo sguardo puntato più sulla gente che arrivava che al palco, come volesse segnarsi i nomi di tutti i presenti. Ha salutato, come da dovere, le autorità locali intervenute, ma non si è avvicinata a Salvini, che sarà pure venuto in veste di capo di partito, ma è pur sempre un’istituzione, il Vicepresidente del Consiglio e il Ministro degli Interni. Ma il saluto del Sindaco non l’ha meritato.
Poi c’è il giallo della corrente per il palco, che viene negata, poi concessa, poi negata e poi concessa. Ma su questo cercheremo di capire meglio nelle prossime ore. Intanto resta il dato: un botto di gente per Salvini, social impazziti e qualche dolore di fegato qua e là, tra chi lamenta cattività domestiche e chi si preoccupa per fantomatiche derive fasciste. Magari interrogarsi sulla fine che sta facendo la sinistra e sul perché, piuttosto che dare al Popolo del somaro, sarebbe più intelligente.

Luca Craia