mercoledì 13 febbraio 2019

Variante Ferro - Girola bloccata da un ricorso. Raggiungere Fermo rimarrà difficile ancora a lungo.



È dal 2011 che si parla di questa strada, un’arteria breve ma fondamentale per la viabilità fermana, pensata per scavalcare la contrada Girola e risolvere in un colpo solo i problemi di congestione veicolare e quelli di pericolosità legati a una strada che, al momento, specie nella parte che attraversa la frazione, è gravemente insufficiente a contenere il traffico che porta a un capoluogo di provincia e a una città territorialmente importante come Fermo. Il collegamento tra la “variante del Ferro” e la strada provinciale Girola consentirebbe di raggiungere la salita del Ferro direttamente dalla Mezzina, scavalcando completamente l’abitato, con benefici enormi e facilmente immaginabili anche per i residenti nelle aree interessate.
Nel 2017 la Regione Marche, titolare della strada ex Anas a cui si andrebbe a fare da variante, aveva firmato una convenzione con la Provincia di Fermo lasciando a quest’ultima la gestione dell’arteria, trasferendo a Fermo 4.800.000 Euro da destinarsi alla realizzazione dell’opera. Il progetto è andato in gara alla fine del 2018 e sembrava che, finalmente, si fosse arrivati finalmente alla realizzazione della tanto sospirata strada di collegamento. Ma qualcosa deve essere andato storti nella gara di appalto, visto una delle ditte che hanno partecipato al bando ha proposto un ricorso al TAR contro l’assegnazione dell’appalto. Ora la Provincia di Fermo, lo scorso 18 gennaio, ha stabilito di resistere in giudizio e, quindi, è pensabile che i tempi si allungheranno di non poco. È un vero peccato, perché la strada è realmente necessaria anche da un punto di vista dell’incolumità di automobilisti e pedoni, visto che, specie in contrada Girola, gli incidenti sono molto frequenti.

Luca Craia

martedì 12 febbraio 2019

Centro Storico: Paese Mio fa il punto dopo 30 giorni dall’incontro col Comune. Siamo indietro col programma


Comunicato integrale

A trenta giorni dall’avvio del piano di pulizia per il centro storico da parte del Comune di Montegranaro, è forse il momento di fare il punto di come lo stesso stia funzionando. In effetti va rilevato che le strade risultano più pulite e ordinate rispetto al periodo precedente la messa in campo del piano, anche se va rilevato che gli episodi di ineducazione e inciviltà da parte di alcuni cittadini continuano purtroppo a verificarsi. A questo proposito sarebbe auspicabile che si facciano partire anche i controlli, sia ispezionando i rifiuti abbandonati che utilizzando il circuito di videosorveglianza presente, eventualmente pensando anche a implementazioni dello stesso ove necessario.
Il punto dolente rimane la presenza massiccia di piccioni, anche se il loro guano a terra, per effetto della pulizia finalmente più frequente, è fortemente diminuito. Rimane, però, il problema della nidificazione negli edifici abbandonati, all’interno dei quali non è possibile andare a pulire con conseguente accumulo di guano, carcasse a quant’altro che producono cattivo odore e potenziali pericoli per la salute. Nell’incontro del 17 gennaio scorso, gli Assessori Beverati e Basso avevano stimato in un mese il tempo necessario per portare a termine l’installazione di dissuasori per i piccioni anche sugli edifici privati tramite apposite ordinanze. Al momento, essendo il mese ormai trascorso, dobbiamo registrare che siamo nettamente in ritardo.
Quello che ci auguriamo è che questo sia imputabile a una previsione troppo ottimistica circa l’efficacia immediata delle ordinanze e che, per andare a regime, occorra più tempo. Temiamo che, invece, la cosa possa arenarsi, il che sarebbe oltremodo negativo in quanto la presenza del guano dei piccioni e dei volatili stessi è forse la fonte principale delle preoccupazioni dei residenti. Crediamo, comunque, che la soluzione ottimale passi attraverso sistemi di riduzione della popolazione aviaria, per esempio tramite la cattura degli stessi.