giovedì 24 gennaio 2019

CONTRASTO ALLE DROGHE NELLE SCUOLE. SANDRO ZAFFIRI (LEGA NORD) CHIEDE LE IMMEDIATE DIMISSIONI DEL GARANTE DEI DIRITTI, ANDREA NOBILI. “Se intende fare politica, smetta le vesti di Garante e rinunci all’indennità di carica”


Comunicato integrale

“Ennesima dichiarazione di parte (e fuori luogo) da parte del Garante regionale dei diritti, Andrea Nobili, che, evidentemente, ha iniziato una sua personale campagna elettorale”. Netta la presa di posizione del capogruppo della Lega nord in Consiglio regionale, Sandro Zaffiri, in ordine all’invito, formulato da Nobili, ad usare metodi “meno invasivi” nella lotta all’uso di droghe da parte dei giovani. Nella giornata di ieri, infatti, il Garante aveva criticato l’intervento effettuato dalla polizia in alcuni Istituti scolastici con l’ausilio dei cani antidroga, sostenendone l’inopportunità e preferendo, invece, metodi maggiormente dialoganti e comunicativi. “Quando si parla di prevenzione e contrasto alle droghe – afferma Zaffiri – occorre mettere a sistema tutte le possibile strategie. Una corretta informazione e comunicazione, ma anche i controlli a sorpresa effettuati dalle forze dell’ordine, soprattutto quando, in questi anni, i fatti hanno dimostrato la scarsa efficacia di tante parole”. “Alle forze dell’ordine e ai loro vertici non può che andare un plauso e un invito a continuare con convinzione e senza ripensamenti su questa strada che certamente potrà portare ai risultati sperati, cioè quelli di ridurre il rischio di presenza di sostanze stupefacenti in ambito scolastico”. “La confusione che Nobili dimostra di avere in testa, in merito alle strategie da mettere in atto” – incalza Zaffiri – “denota di averla anche in quanto al ruolo che ricopre, cioè di imparzialità”. “Se Nobili intende avviare una sua propria campagna elettorale per raggiungere non si sa quale scranno – conclude Zaffiri – si dimetta immediatamente da Garante e rinunci anche all’indennità che attualmente percepisce”. 


Sandro Zaffiri


Ancona, 24 gennaio 2019

L’impalcatura sempiterna se ne va. Altro frammento di centro storico che torna al suo posto. Ma il lavoro è lungo.


Per me è una notizia ottima, se possibile di più, sia perché mi riguarda personalmente sia perché parliamo di un elemento di degrado che negli anni è diventato uno dei simboli dei problemi del centro storico d Montegranaro: l’impalcatura sempiterna, quella di via don Minzoni, sarà presto smantellata. Non è certo la soluzione definitiva per i problemi di staticità dell’edificio in questione, ma verrà comunque rimosso un elemento di grave impatto sulla qualità della vita dei residenti.
Questo avviene a seguito della mia ultima segnalazione presso l’Ufficio Tecnico Comunale, datata 27 agosto 2018, a seguito della quale l’Ufficio si è finalmente attivato, prima cercando di contattare il proprietario, risultato irreperibile, poi assumendosi direttamente l’onere dell’intervento che prevede la rimozione dell’impalcatura, ormai diventata più pericolosa dell’edificio stesso, nonché la messa in sicurezza concreta della costruzione.
L'impalcatura è stata eretta come messa in sicurezza dell'edificio nel 2001 e da allora insiste sulla pubblica via ostacolando il transito delle macchine e diventando ricettacolo di ogni sorta di sporcizia, nonché veicolo di risalita verso i tetti per animali e malintenzionati. Oltretutto, data la vetustà il traliccio, è diventata essa stessa un pericolo incombente sui passanti.
È un piccolo ma significativo passo avanti nel miglioramento delle condizioni di vita nel centro storico. Personalmente non posso che essere soddisfatto, sia perché quella casa è adiacente alla mia e sta causando danni alla mia proprietà, sia perché è il risultato di un pluriennale lavoro di sollecitazione e sensibilizzazione, oggi suffragato dal Comitato "Paese Mio". Segna anche la direzione da prendere: senza la soluzione dei tanti casi di edifici pericolanti e messi in sicurezza in maniera empirica, diventa inutile ragionare su qualsiasi iniziativa di rilancio del centro storico. Con questo atto un piccolissimo progresso è stato segnato e me ne compiaccio.

Luca Craia

Fausto Brizzi: archiviate le accuse di violenza sessuale. Rovinare un uomo per un po’ di pubblicità.


La notizia la riporta l’ANSA già da ieri ma, effettuando una ricerca sul web, mi pare che sia stata ribattuta davvero poco o niente. Eppure quando si è trattato di mettere alla berlina Fausto Brizzi, dopo le consuete Iene, che fanno un’informazione piuttosto alleggerita, si sono accodati tutti, tra giornali blasonati e telegiornali nazionali. Oggi che, invece, arriva la notizia che il regista non ha commesso alcun tipo di violenza sessuale e che si è trattato di pure calunnie, c’è solo il silenzio. Nel mio piccolo voglio aiutare a ristabilire giustizia e verità.
Fausto Brizzi, il regista David di Donatello per Notte Prima degli Esami, uomo di successo e sicuramente di rilievo nel panorama culturale italiano contemporaneo, era stato accusato di violenza sessuale da diverse donne, quasi tutte in anonimato, durante un servizio de Le Iene, su Italia 1, nel novembre del 2017. Solo due, tra le accusatrici, la Miss Italia 2014 Clarissa Marchese, e la modella Alessandra Giulia, si mostrarono durante il servizio.  Dopo la messa in onda del servizio tre delle donne presunte vittime di Brizzi avevano pensato di sporgere denuncia, a seguito della quale era partita la procedura penale nei confronti del regista e scrittore. Ma la gogna era già partita prima, era bastato che se ne fosse parlato in televisione.
Ieri Antonio Marino, legale di Brizzi, ha annunciato l’archiviazione del caso da parte del GIP di Roma. "L'impianto narrativo articolato nell'atto di querela non consente di individuare, neppure in astratto, elementi fattuali qualificanti l'assunta violenza sessuale", recita il dispositivo relativamente alla denuncia di V.M., una delle donne che si erano rivolte alla magistratura. La donna, una trentenne con solida esperienza di vita, non può non essere stata consenziente nell’atto di concedersi al regista né sembra possibile che, per un misero compenso di 200 Euro, questi abbia potuto mettere in campo qualche tipo di costrizione facendo leva sulla sua posizione.
Per le altre due denuncianti la valutazione del GIP è stata di “scarso pregio delle circostanze dedotte” e di "tardività della querela". Il GIP scirve "il valore dirimente della tardività della querela esime dall'analizzare gli aspetti sostanziali, pur problematici ed opachi, delle vicende", oltre a "fondate riserve sulla rintracciabilità degli estremi del delitto di violenza sessuale". Insomma, Brizzi non ha fatto alcuna violenza.
Solo che il danno è fatto. Brizzi aveva ceduto, per tutelare se stesso e la sua attività, le quote della società Wildside, fondata nel 2009. Nel frattempo la Warner Bross ha cancellato la firma del regista dal suo film Poveri ma ricchissimi, in cui il nome di Brizzi non figura né sulle locandine né sui titoli di coda, e aveva fatto sapere che il suo nome non sarebbe stato "associato ad alcuna attività relativa alla promozione e distribuzione del film".  La moglie di Brizzi aveva dichiarato: "mi addolora molto ascoltare le accuse rivolte a Fausto perchè non corrispondono in nessun modo alla persona che conosco, pur nutrendo il massimo rispetto per le donne che si sono sentite ferite. Gli sono vicina perchè è così avviene tra una moglie e un marito quando si affrontano periodi difficili. Sono barricata in casa e non posso nemmeno portare mia figlia al parco: anche questa puo' essere considerata violenza sulle donne".
Le Iene, dal canto loro, non fanno il minimo passo indietro e dichiarano: “perché non ci ha mai querelato?”.  E rilanciano: "se davvero ritiene di aver agito nella totale trasparenza e onestà, Brizzi denunci Le Iene, pretenda di essere risarcito da noi. Siamo pronti a portare davanti ad un tribunale le dettagliate testimonianze che abbiamo raccolto". Magari basterebbero delle scuse, magari anche da quei giornali che, sulla vicenda, ci hanno pascolato. Ma non ci saranno. Auguri di piena riabilitazione a Fausto Brizzi e a tutti quelli fagocitati da questo nuovo sistema misto mediatico-politico-giudiziario.

Luca Craia