giovedì 10 marzo 2016

Gli scolari scappano a Torre ma il Sindaco è tranquillo.



Come farà la nostra Sindaco a dirsi tranquilla sulla situazione scolastica montegranarese Dio solo lo sa. Eppure è un’insegnate e dovrebbe ben conoscere le dinamiche della scuola. Dovrebbe quindi preoccuparsi, come sono preoccupate molte sue colleghe che ancora fanno il loro mestiere, del fatto che molti bambini montegranaresi vadano a iscriversi altrove. Dovrebbe preoccuparsi se Monte San Pietrangeli sembra decidere per lasciare l’IC montegranarese per legarsi a quello di Monte Urano. Siamo autosufficienti, è vero, ma i segnali sono tutt’altro che tranquillizzanti e se la gente va altrove un motivo ci sarà. La nostra maestra-sindaco, quindi, piuttosto che dichiararsi tranquilla sul giornale, meglio farebbe a capire e spiegare i motivi dell’esodo e, magari, a dirci come vuole porvi rimedio. Perché il rischio, alla fine, è che questa nostra autosufficienza non durerà in eterno, e forse nemmeno a lungo, andando così le cose.

Luca Craia

Sedi alle associazioni. A Sant’Elpidio a Mare si fa così.



Vi invito a guardare le due foto sopra: sono le sedi delle contrade San Giovanni e Santa Maria a Sant’Elpidio a Mare. Non su Marte, a Sant’Elpidio a mare, quel paesino che sta di fronte al nostro, a pochi chilometri di distanza. Le due contrade sono costituite in associazione e lavorano per la Contesa del Secchio, la manifestazione principale tra quelle che si organizzano a Sant’Elpidio. Le loro sedi sono di proprietà comunale. Erano fatiscenti. Sono state assegnate loro in comodato d’uso gratuito col patto che fossero risistemate. Il Comune non ha speso un soldo ma ha messo a posto due splendidi locali e le associazioni hanno una sede. A Sant’Elpidio a Mare è facile. A Montegranaro pare di no.

Luca Craia

La liceità del chiedere e la scortesia nella risposta. Al Sindaco la rabbia per il Presepe non passa.



Pensavo che, dopo l’esondazione di bile a cui abbiamo assistito a Natale, la ragione avesse prevalso sulla delusione irrazionale, sull’invidia e sulla cattiveria istintiva e, invece, il nostro Sindaco ci conferma che passano i mesi ma non passa la rabbia. La risposta di Ediana Mancini pubblicata oggi dal Carlino a una domanda che era sì reiterata, come dice il Sindaco, ma molto pacata e cortese è, come d’uso, velenosa e stizzita. Che l’Ente Presepe abbia bisogno di una sede idonea nel centro storico è evidente e le parole del Sindaco, tra l’altro, denotano anche una totale ignoranza della materia che si sta trattando. Pensare che si possano ammassare i materiali che vengono utilizzati per l’allestimento in un locale provvisorio (ce ne sono tanti, “visti gli sfitti” dice la maestra Mancini), significa che non ci si è mai sporcati le mani per fare una cosa del genere e che, quindi, non se ne capiscono le esigenze.
È del tutto illogica la risposta della Prima Cittadina di Montegranaro. L’Ente Presepe propone di prendere i locali e di rimetterli a posto e totalmente a norma senza alcun aggravio economico per il Comune e la collettività. L’Ente ha a disposizione progettisti che possono certificare il tutto per cui non si capisce il problema. Inoltre, se è vero che si vuole creare un polo culturale nell’ospedale vecchio, la ragione vorrebbe che non ci si lasci sfuggire l’occasione di allocare una super-associazione che ne racchiude oltre trenta e di dare così una connotazione fin da subito al progetto. Evidentemente i motivi del diniego sono altri e non ci vuole un grande sforzo di immaginazione per capire quali siano.
A proposito del progetto per l’ospedale vecchio, mi pare piuttosto stridente, comunque, la presenza di appartamenti privati all’interno di un polo culturale. E il problema non si risolve certo evitando di assegnare gli ultimi tre appartamenti rimasti liberi. La convivenza tra attività culturali, anche notturne, e i condomini, oltretutto di culture molto diverse dalla nostra, sarà certamente un problema che spero il Sindaco, magari con un pizzico di lucidità in più rispetto a quella dimostrata per la richiesta della sede per l’Ente Presepe, si sia posta.

Luca Craia