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sabato 1 marzo 2014

Il precipizio della violenza sociale



La brutta storia del tassista ammazzato a bottigliate a Milano, gli accoltellamenti odierni a Offida per overheating da vino rosso e chissà cos’altro, le ordinarie storie di altrettanto ordinaria e metabolizzata violenza ci danno il quadro di una società non più in declino ma lungo la discesa a piombo nel precipizio. Sono tante piccole micce ad innescare tante piccole bombe di piccola violenza quotidiana che, però, fa male lo stesso. Ad innescarle non è più il film d’azione o il cartone con i laser come ci volevano far credere qualche anno fa ma lo scontro costante nella società, non più tra classi ma tra caste, non più tra proletariato e padroni ma tra individui, scontro tra poveri.
Poeveri di tasca e di spirito, con le menti obnubilate da sostanze, alcol, rabbia, depressione, popolano le nostre città e le nostre strade, tanto che un povero cristo che attraversa sulle strisce deve litigare con un tassista rissoso che quasi lo investe insieme alla compagna incita, e che il povero tassista rissoso muoia per la rabbia repressa del suddetto povero cristo.  Vittime, tutti, di un mondo alla deriva, di una società in disintegrazione accompagnata da politici che si picchiano in Parlamento e si insultano in televisione e dalla rabbia che giustifica tutto: vetrine spaccate, treni in fiamme, coltelli e pistolettate.

Luca Craia