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martedì 10 maggio 2016

Insulti e minacce all'Ape. La libertà nell'era degli haters schierati

Non è la prima volta che accade, anzi, e l'iniziativa parte quasi sempre dallo stesso gruppetto di persone che, normalmente, trovate a elogiare e incensare i nostri amministratori, in particolare il vicesindaco, su Facebook. Ma ieri si è superata una linea, il confine tra la discussione accesa, a volte eccessiva, è il fatto criminale. La faccio corta: un lettore del mio blog condivide un articolo de Lu Voccentò, pseudonimo con il quale scrive una persona che collabora con me ma preferisce che il suo nome non venga fatto. Così qualche povero di spirito ancora pensa che sia io stesso a scrivere sotto questo pseudonimo, come se qualche volta abbia avuto bisogno di non mettere la faccia in ciò che faccio o scrivo. Gli articoli in questione sono tutti firmati, mi arrivano via mail ed è facilmente dimostrabile che non sono io a scriverli.
Tant'è che, sotto questa condivisione, entrano in azione gli haters schierati con la maggioranza, quelli che prendono tutto come una partita di calcio o di basket. Va detto che il pezzo di cui stiamo parlando non era in alcun modo offensivo, solo piuttosto schietto, come di solito fa il mio collaboratore. Decido di intervenire e mi metto dialogare con uno dei due, facendogli capire, più che altro è con scarso successo, che l'articolo non è opera mia. Interviene un altro, solitamente piuttosto rude, e inizia a insultare. Non gli rispondo mai. Il risultato è quello che vedete nelle immagini del salvaschermo.
Non è la prima volta, dicevo, e non lo è nemmeno con questo soggetto che da tempo ormai non lesina commenti pesanti sul mio conto sia direttamente che indirettamente, quasi fossi diventato una sorta di ossessione. Però stavolta è andato ben oltre. Nel caos mentale con cui confonde la mia persona e quella del mio collaboratore spara a zero, insulta, pronuncia accuse infamanti riguardanti i miei familiari e arriva alla minaccia. Non credo che agirò legalmente, ritengo che non sia possibile fare politica (perché, nonostante tutto, faccio politica anche io) con le carte bollate. Ma, francamente, comincio a preoccuparmi. Perché di solito queste persone sono cani da pagliaio, abbaiano da lontano. Ma non posso certo avere la certezza che non gli venga in mente di mordere.

Luca Craia

mercoledì 27 gennaio 2016

Le misteriose parole del Sindaco.



Cosa avrà detto il Sindaco di Montegranaro a quelli di Sel per farli arrabbiare tanto? Deve essere stato qualcosa di molto grave, perché le parole di Viozzi sul Corriere Adriatico pesano come macigni. Nominare Corleone e paragonarlo a Montegranaro deve essere ben motivato e Viozzi non è certamente un uomo avventato, anzi. È bene anche ricordare che il segretario di Sel è, in qualche modo, il padre putativo, politicamente, di Aronne Perugini e di Giacomo Beverati, per cui è legato anche affettivamente a questa amministrazione. Per sparagli addosso in questa maniera deve essere davvero successo qualcosa di grave e spero di saperne di più quanto prima, come è giusto che sia.
Del resto le parole del Sindaco, riportate nello stesso articolo, un po’ suonano minacciose, specie quando nominano la richiesta di retrocessione di Viozzi stesso inserita nei punti discussi in Consiglio Comunale e che non è stata accolta. Sembra di leggerci qualche velato riferimento. E poi ventila ancora le vie legali, contro un fantomatico qualcuno che l’avrebbe accusata di aver fatto “qualcosa di poco chiaro”. Ma non mi pare sia questo quello di cui parla Viozzi. Credo che sulla vicenda sia necessario fare chiarezza, visto che le accuse, per quanto non palesi, sono piuttosto pesanti. E il cittadino elettore dovrebbe avere il diritto di sapere.
Sul fatto, poi, che Sel possa essere ancora ritenuta in maggioranza, con questi ultimi episodi credo non ci sia più alcun dubbio: è fuori. E così la maggioranza si fa sempre più risicata, la rappresentanza politica sempre più minoritaria e il clima sempre più cattivo e avvelenato. A memoria mia, e mi occupo di politica cittadina, direttamente e indirettamente, dal 1988, non ricordo un clima così imbruttito. E la colpa sappiamo tutti di chi sia.

Luca Craia