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martedì 14 gennaio 2014

L’insegnamento di Sharon che cade nel vuoto



Come sempre accade, alla morte di qualcuno si evidenziano i lati positivi e si tralasciano quelli negativi. La stessa procedura, conscia o inconscia che sia, si applica sui media quando personaggi di rilevo che passano a miglior vita. Il fatto che magari in vita di cose positive ne abbiano fatte davvero poche rende le cose difficili ma, come hanno dimostrato in questi giorni i nostri giornali e telegiornali per la morte di Ariel Sharon, non impossibili. I vari “coccodrilli” proposti dalla nostra informazione hanno parlato di tutto e di niente ponendo l’accento su quella che è forse l’unica decisione umana e positiva presa dallo statista israeliano in vita sua e passando velocemente sulla sfilza di orrori che la sua mente ha generato.
E di orrori, Sharon, ne ha compiuti molti, sia da militare che da politico. Ha la responsabilità diretta e indiretta di migliaia di morti ma soprattutto ha responsabilità politiche pesantissime tanto da poter affermare che la situazione attuale del Medio Oriente è anche conseguenza delle sue scelte politiche. Delle tante colpe di cui possiamo accusare Arik ce n’è una che forse è la più pesante: quella di aver alimentato e motivato, col suo comportamento, con le sue azioni e con il suo pensiero, l’antisemitismo nel mondo. È proprio il suo Popolo quello che ha subito più danni dalle sue azioni in quanto l’oltranzismo razziale, la cecità politica, la temerarietà strategica e la disumanità delle decisioni hanno portato a non recepire nemmeno l’unica azione politica sensata di tutta la sua carriera: il ritiro da Gaza e Cisgiordania dei coloni, un gesto che avrebbe dovuto innescare reazioni positive e che invece, proprio a causa dell’estremizzazione dei rapporti generata dalla sua politica,
causò conseguenze negative sia in patria che in campo avversario. Va anche detto che, in ambito palestinese, la mentalità non è mai stata tanto differente da quella di Sharon stesso. Da qui la sostanziale inutilità del ritiro da Gaza.
A piangere Sharon, con tutto il rispetto che si deve a qualsiasi essere umano e alla sua vita, sono stati e saranno in pochi. A ricordarlo saranno in molti e la storia tratterà la sua biografia come dovuto, traendone le lezioni necessarie. Purtroppo l’informazione di massa non ha colto nemmeno questa volta l’occasione per analizzare un tratto della nostra storia e prenderne spunti opportuni per capire la situazione mondiale attuale.

Luca Craia