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lunedì 23 gennaio 2017

La Giornata della Memoria e la memoria di Ubaldi


Diego Fusaro

Il Comune di Montegranaro, quest’anno, ha deciso di onorare degnamente la Giornata della Memoria con un interessante incontro, fissato per venerdì 27 gennaio, alle ore 21.30 presso il teatro La Perla,  col giovane filosofo Diego Fusaro. Il titolo della conferenza suona quanto mai stuzzicante: “La memoria contesa: ricordare le vittime, senza scadere nell'ideologia”. Le posizioni di Fusaro sono note: un neomarxismo antieuropeista che lo colloca forse al di là della sinistra stessa. Un tema scomodo, quello che si andrà a trattare, in questi giorni in cui l’antisemitismo, magari mascherato da antisionismo, si sta riaffacciando prepotentemente a livello popolare, anche grazie ai social network e al loro immenso potere di diffondere idiozie.
A Montegranaro, però, esiste una questione politica che a me pare rilevante. L’Amministrazione Comunale, che ha organizzato l’evento per mano dell’assessore alla cultura, Giacomo Beverati, uomo di origini culturali di estrema sinistra anche se, attualmente, difficilmente collocabile, dopo aver ballato valzer e polka con mezzo arco costituzionale, pur essendo in maggioranza inquadrabile a sinistra (sempre ammesso che il PD possa essere collocato a sinistra), ha al suo interno un’importante componente di destra con sfumature estreme, quella “Liberi per Montegranaro” che, per quanto si dichiari movimento civico, sia per uomini che per storia di sinistra proprio non è.
Tra i grandi sostenitori, anche attuali, del vicesindaco Ubaldi, infatti, figurano elementi culturalmente molto spinti verso posizioni di estrema destra, le cui idee sull’olocausto sfiorano il negazionismo storico. È quindi pensabile che questa iniziativa di Beverati possa causare qualche imbarazzo al vicesindaco. Credo sia per lui faticoso rapportarsi col suo nocciolo duro elettorale, condividendo iniziative che, culturalmente, vanno in direzione opposta alla matrice del suo stesso movimento. Vedremo. Intanto su Facebook, luogo molto amato da Ubaldi e teatro di sue grandi prestazioni politiche, il nostro non ha ancora fatto cenno alcuno all’incontro con Fusaro ed è strano, perché di solito è molto prodigo nel condividere le iniziative della sua giunta. Magari non ci ha fatto caso.
                                                                                                                                                   
Luca Craia

martedì 13 dicembre 2016

E a Montegranaro torna il cinema.



E spezziamola una lancia a favore del nostro assessore alla cultura una volta tanto, dopo averlo ripetutamente (e, secondo me, giustamente) rimproverato per una gestione, diciamo, strascicata e trasandata del suo ufficio. In realtà non cambio affatto opinione su come Giacomo Beverati stia gestendo la cultura a Montegranaro, senza un progetto che guardi lontano, senza una visione di insieme, scollato dal mondo associazionistico che, in fatto di cultura, è quello che realmente produce qualcosa in paese, a parte la bella stagione teatrale. Però la notizia che al La Perla torni il cinema, seppure per una breve rassegna di film d’autore che terminerà il 26 gennaio, mi pare bella e degna di rilievo; e anche l’assessore, per una volta, merita il mio plauso.
Si tratta di un accordo con l’associazione Circolo del Cinema Metropolis di Porto San Giorgio, un sodalizio culturale che da anni si occupa di portare la cultura del cinema sul territorio e che ha proposto questa rassegna al Comune, evidentemente approfittando del vuoto di gestione della bella sala cinematografica montegranarese. L’accordo prevede un patrocinio oneroso per il Comune, il che non significa soldi da sborsare ma solo la messa a disposizione di sala e attrezzature. Quindi la cosa è quasi gratuita.
Per il momento sono noti soli i titoli programmati per dicembre, ma si continuerà, come già detto, per tutto gennaio. A dicembre si proietteranno due film d’autore, La Stoffa dei Sogni di Gianfranco Cabiddu con Sergio Rubini e Ti amo Presidente di Richard Tanne. Previsti anche due lungometraggi per ragazzi, Il Regno di Wuba, film di animazione cinese, e il cartone francese Un gatto a Parigi di Jean Loup Felicioli e Alain Gagnol.
È un bell’esperimento che ci si augura possa dare indicazioni positive su come utilizzare la potenzialità del teatro montegranarese come sala cinematografica, al di fuori dai circuiti commerciali consueti e, quindi, dalla concorrenza con la grande distribuzione e i multisala, proponendo cinema di livello, intrattenimento e cultura. Per una volta, bravo Beverati.

Luca Craia

Il terremoto infierisce sul torrione dimenticato



Ogni tanto, su queste pagine, ne parliamo, cercando di ricordare alla comunità cittadina montegranarese ma, soprattutto, a chi l’amministra l’esistenza del mulino fortificato del Chienti, meglio conosciuto come Il Torrione. Si tratta di un antichissimo manufatto, forse la testimonianza più antica, insieme alla chiesa di Sant’Ugo, della storia di Montegranaro, databile a prima dell’anno 1000. Era un mulino ma, all’epoca, i mulini venivano fortificati e difesi militarmente per la loro importanza strategica in caso di guerra. Ad oggi la costruzione si presenta priva di merli ma sostanzialmente integra, e sono ancora visibili il canale di alimentazione dell’acqua, proveniente dal vicino fiume Chienti, e quello di scarico.
Il Torrione fu acquistato da un privato dall’amministrazione Basso per crearci una sorta di fattoria didattica. Purtroppo il progetto si arenò e il monumento fu progressivamente abbandonato e lasciato nell’incuria più totale. Fino al terremoto di agosto, il mulino fortificato presentava diversi cedimenti ma la struttura sembrava sostanzialmente intatta. Oggi, dopo i severi episodi sismici degli ultimi mesi, la situazione sembra molto peggiorata, con crepe vistose che appaiono piuttosto preoccupanti. E chissà se è mai stato fatto un sopralluogo per verificare seriamente i danni.
Il problema è che, per ristrutturare l’antico edificio, occorre un investimento ingente e certamente questo non è nelle priorità di questa amministrazione comunale che pare concentrata in investimenti su altri comparti, come lo sport e il tempo libero, tralasciando quasi completamente la cultura per la quale vengono destinati solo pochi spiccioli e in maniera disorganica. Poche speranze, quindi, per i torrione, e sarebbe davvero un gran peccato perdere questa formidabile testimonianza del passato, importantissima da un punti di vista storico-culturale ma anche come attrattiva turistica. L’unica strada forse percorribile è la cessione a un privato che la ristrutturi per attività economiche, ovviamente nel pieno rispetto del valore storico del bene. Una strada percorribile seppure con molte difficoltà vista la situazione contingente. Ma, purtroppo, non sembra essere nelle corde dell’assessore alla cultura. Ma siamo ancora in tempo, forse.

Luca Craia