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venerdì 28 marzo 2014

Renzi, le province e la prova che ci prende per i fondelli



Eccola la prova. Il sospetto lo avevo da tempo, quell’aria da imbonitore televisivo, da venditore di materassi, di pentole con o senza coperchio non mi ha mai convinto anche se, per abitudine e per mia indole, lascio sempre il beneficio del dubbio. E, d’altra parte, quando sei con l’acqua alla gola, anche un foglio di polistirolo galleggiante può sembrare un salvagente. Ma Renzi ha dimostrato che, come tutti coloro che l’hanno preceduto, accende le foglie secche, l’erba tagliata, soffia un po’, fa un bel po’ di fumo e te lo spara sugli occhi.
Quanto guadagnerà mai un consigliere provinciale? Dipende dai gettoni, dipende da quanto si impegna, dipende dal vostro metro di misura. Certo non guadagna come un parlamentare. Certo la sua utilità è tutta da vedere. Certo che l’utilità stesse dell’Ente Provincia è tutta da vedere. Ma spacciare come la soluzione una riforma che non fa altro che eliminare il consiglio provinciale, facendo risparmiare allo Stato le briciole delle briciole, è ridicolo, grottesco, irritante.
Renzi qualche idea buona sembra averla. A che serve prendere per i fondelli gli Italiani, ancora una volta, e in maniera così plateale? Serviva un atto di coraggio: abolire le province, non i consiglieri che, tra l’altro, sono stati eletti democraticamente. Tagliare il numero dei parlamentari, non trasformare una ramo del Parlamento, il Senato, da elettivo a nominale. L’unico risultato che si ottiene così è di limitare la rappresentatività, la democrazia. Benefici economici non ne vedo. Solo benefici per la cosiddetta casta.

Luca Craia