Ci siamo svegliati tutti col botto. Personalmente stavo facendo colazione e mi ha shakerato il caffellatte. Un botto di magnitudo 5.7, secondo l’INGV che ogni tanto ci tocca andare a consultare, che è stato seguito da uno sciame che è durato fino alle 7.35. 11 minuti di danza. Per fortuna al momento pare non si sia fatto male nessuno, mentre per gli edifici c’è da controllare, la Protezione Civile è già all’opera nelle scuole e negli edifici pubblici.
Ci siamo abituati, nelle Marche, a dondolare. O, meglio, dovremmo esserci abituati ma non ci si fa mai l’abitudine al terremoto. Il terremoto è una bestia feroce, che ti attacca all’improvviso e quando meno te l’aspetti. Non c’è cautela che tu possa prendere, checchè ne dica qualche giudice rubato all’agricoltura, se non quando si costruiscono le case. Ma quando abiti in una casa costruita 500 anni fa, con chi te la prendi?
Ora c’è da sperare che sia finita qui, perché l’ultima volta che da queste parti abbiamo aperto le danze, queste si sono chiuse molto ma molto tempo dopo. E, consentitemi, c’è da sperare che non partano i soliti speculatori politici, che in verità erano già partiti quando hanno sentito che il Governo vuole trivellare il gas di casa nostra invece di farsi prendere a strozzo da Americani e Olandesi. “Ma siete matti? Siamo zona sismica, trivellare fa venire i terremoti”. I terremoti sono venuti prima di trivellare, un po’ perché qui vengono di suo, un po’ perché di là dell’Adriatico dammò che trivellano. E trivellano il gas nostro, i giacimenti sono in comune, per cui se vuotano la sacca la svuotano pure qua. Ma i geni non se ne erano accorti.
Luca Craia
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