sabato 24 settembre 2022

La Pace si fa ad Ancona. Un tenore russo e un baritono ucraino cantano insieme e ci raccontano cosa vive la popolazione reale.

In Italia abbiamo fatto terra bruciata intorno agli artisti russi, vattelappesca perché, per quale colpa avrebbero mai avuto cantanti, musicisti, attori, scrittori (addirittura defunti) se a guidare il loro Paese c’è un personaggio pericoloso. Però c’è una bella eccezione che dovrebbe farci riflettere su come avremmo potuto approcciarci in generale a tutta la questione, magari ottenendo risultati molto diversi dalla situazione esplosiva attuale.

Ad Ancona, il 30 settembre prossimo il teatro Le Muse andrà in scena l’Attila di Giuseppe Verdi e sul palco ci saranno il tenore russo Sergey Radchenko e il baritono ucraino Vitaliy Bilyy. Non sono lì a caso, i due sono amici e hanno colto l’occasione per lanciare un messaggio di pace ma soprattutto per dimostrare come i Popoli delle due Nazioni in guerra non c’entrano nulla con quanto sta accadendo, stanno solo subendo una devastazione umana inenarrabile senza averne colpa.

"Per poter venire ad interpretare Foresto” ha detto Bilyy che arriva direttamente dal Teatro dell'Opera di Odessa “ho dovuto chiedere un permesso al ministero della Cultura e dovrò ritornare a casa il 3 ottobre prossimo subito dopo la replica di Attila in programma il 2 ottobre”.  E questo tornare a casa assume connotazioni particolarmente sinistre, come quelle che riguardano Radchenko che afferma: “Io non so quando ritornerò in Russia, perché quando Putin ha annunciato il reclutamento dei giovani ero già fuori. Mi arrivano notizie contrastanti. So solo che questa situazione è terribile e vorrei che la guerra finisse, con Billyy ne parliamo spesso e ci confidiamo i nostri timori".

A me pare una bella storia inserita in un racconto dell’orrore, dove i protagonisti non sono soltanto i due soggetti belligeranti ma anche tutti noi che, anziché cercare di ricucire, abbiamo amplificato le divisioni alzando l’asticella della violenza. Pensiamoci.

 

Luca Craia

 


 

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