La vicepresidente della Commissione Sanità torna a chiedere una strategia per tutelare gli operatori dalle sempre più numerose violenze.
Comunicato integrale
Arrivano purtroppo nuove segnalazioni di violenze contro gli operatori sanitari: all’Ospedale di Civitanova Marche, alcuni infermieri del Pronto Soccorso sono stati aggrediti da un utente, arrivato ubriaco in Ospedale per accompagnare la moglie.
Sul tema torna ad intervenire la consigliera regionale Simona Lupini (Gruppo Misto), lei stessa operatrice sanitaria: “Si tratta di un fatto molto grave, l’ennesimo purtroppo. Ci affidiamo agli operatori del Pronto Soccorso nei nostri momenti di più grande fragilità, quando abbiamo bisogno di un aiuto urgente, di capire cosa ci sta succedendo: meritano di essere protetti, perchè sempre di più sono vittima di episodi di violenza. Credo sia sempre più urgente intervenire, per dare dignità e sicurezza a chi per primo ci tende la mano, quando tutto va storto” commenta la Lupini.
La consigliera, molto attenta alla tutela dei Pronto Soccorso, tra visite ispettive e l’approvazione di una risoluzione unitaria del Consiglio sul lancio di un tavolo tecnico di riforma del 118, ricorda la necessità di approvare una strategia regionale per garantire la sicurezza degli operatori: “Si tratta di un problema che ormai si trascina da tempo. Sindacati, Società Scientifiche e Associazioni di categoria hanno già presentato da tempo proposte costruttive, che ho cercato di recepire”.
La Vicepresidente della Commissione Sanità ricorda infatti che “In occasione della Giornata contro le Violenze sugli Operatori Sanitari, che cade il 12 marzo, ho presentato in Consiglio una mozione, che attende di essere discussa, per spingere la Giunta ad intervenire a tutto tondo: oltre ad incrementare la presenza di operatori di sicurezza e Forze dell’Ordine negli ospedali, dobbiamo anche formare gli operatori e migliorare i processi. Penso a tecniche di de-scaling, e a sperimentazioni interessanti come quella di Marche Nord”.
La Lupini, psicologa e psicoterapeuta, sottolinea anche la necessità di seguire adeguatamente i sanitari vittime di aggressione: “Quasi la metà degli infermieri è rimasta vittima di un’aggressione fisica o verbale, e questi numeri sono probabilmente da rivedere al rialzo: dobbiamo garantire a queste persone ambulatori e sportelli dedicati, per curare le cicatrici fisiche e mentali che episodi del genere lasciano dietro di sé".
“Servono interventi urgenti a livello regionale, a cui va affiancato - conclude la consigliera - un intervento forte a livello nazionale, sia in termini di norme sia in termini di fondi per mettere in sicurezza postazioni di Guardia Medica e i Pronto Soccorso”.
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