martedì 17 maggio 2022

Oggi va in scena Ciclismo Vs Resto del Mondo.

Il ciclismo è uno sport bellissimo e appassionante. Io stesso, pur avendo cominciato a interessarmene solo recentemente, ne riconosco l’innegabile fascino. Essendo uno sport prevalentemente stradale, il ciclismo implica qualche disagio per i residenti delle zone coinvolte nelle gare, disagio che tocca agli organizzatori lenire il più possibile. Non farlo significa creare ostilità ulteriore verso uno sport e chi lo pratica, ostilità spesso causata dal comportamento arrogante di pochi praticanti che si comportano male in strada e dagli stessi disagi di cui sopra. Quante volte si rimane bloccati in strada perché c’è una gara ciclistica, dove magari sono più numerosi i ciclisti che il pubblico? E spessissimo chi organizza non si cura di questi disagi, non si interessa del perché uno si trova in strada, se ha un’urgenza importante. Ho visto ambulanze ferme ad aspettare che finissero di passare i corridori per ripartire e portare un paziente in ospedale. Ma così va il mondo.

Oggi passa il Giro d’Italia lungo la Statale Adriatica. È un’occasione meravigliosa per mostrare al mondo le bellezze del nostro territorio, un veicolo promozionale formidabile oltre che un evento sportivo importantissimo. È logico che questo comporti dei disagi, e credo che la gente sia pronta a tollerarli, purché questi vengano contenuti al minimo. Non è questo il caso: niente scuola (con conseguenze sulle famiglie che devono organizzarsi di conseguenza), drastica riduzione dei parcheggi e soprattutto la notizia di un blocco stradale che non consentirebbe i liberi spostamenti. Tutto questo preannunciato con soli tre giorni di anticipo.

Poi, all’atto pratico, sicuramente si riuscirà a trovare il modo di muoversi, soprattutto grazie alla professionalità delle Forze dell’Ordine impegnate nelle strade. Intanto però solo la notizia, circolata in ritardo e male, non capillarmente e non dettagliatamente, ha creato una sorta di terrore che stamane dipinge le strade della costa come in un racconto post-atomico. Sembra di essere sotto sequestro, con la libertà limitata. E questo non va bene, alimenta l’ostilità verso uno sport che non la merita. È molto sbagliato.

 

Luca Craia


 

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