mercoledì 14 luglio 2021

Omicidio stradale di Porto Recanati. Per la Cassazione l'appello è da rifare.


Porto Recanati, 2019. Nell'incidente, chiamiamolo così, morirono sul colpo. I figlioletti se la cavarono  dopo essere stati in coma ed essersela vista molto brutta. Il Marocchino che li uccise guidava senza patente ed era ubriaco e drogato. Aveva già causato altri incidenti e stava scappando quando invase la corsia opposta per trovarci la loro macchina. Fu condannato a 10 anni, condanna confermata in appello, per omicidio duplice e le aggravanti della guida senza patente, in stato di ebbrezza e sotto l'effetto dei farmaci. 

Ma l'avvocato dell'omicida ha frugato tra le tante leggi, leggine, cavilli e contraddizioni del nostro sistema ipergarantista e la Cassazione gli ha dato ragione: il processo di appello è da ripetere, perché le aggravanti non sono tali. Intendiamoci: non è che non sia vero che l'omicida guidasse senza patente, non è che non fosse drogato o ubriaco. È che il modo in cui il tutto è stato rilevato non è stato esattamente secondo le procedure. Quindi si rifarà il processo ma la pena verrà certamente decurtata. In Italia funziona così. Bravo l'avvocato, ma sarebbe bello che ci andasse lui a spiegarlo ai due piccoli sopravvissuti.


Luca Craia 


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