martedì 13 aprile 2021

Le dimissioni di Livini non sono un fulmine a ciel sereno. Ora si corra ai ripari in fretta. Il Fermano ne ha diritto.

 

Le dimissioni di Licio Livini da direttore dell'Area vasta 4 sono un cataclisma annunciato e non prevenuto. Sono un cataclisma perché arrivano in un momento in cui decapitare la sanità fermana va ad aggravare ulteriormente e gravemente una situazione già gravissima. Ma il cataclisma era annunciato non tanto perché Livini avesse in qualche modo ventilato questa scelta estrema quanto perchè la situazione era evidentemente ingestibile o, se non proprio ingestibile, molto vicina a esserlo.

È un atto di accusa neanche tanto velato contro la politica sanitaria marchigiana degli ultimi anni, una politica scellerata che ha lasciato il Fermano privo di ospedale se non quello di Fermo. e non è che ci volesse un genio per capire che la cosa non potesse funzionare. Funzionava male anche prima della pandemia ed è collassata col covid. Ma l’accusa non assolve l’attuale amministrazione regionale che, se è vero che raccoglie la pesantissima eredità delle scelte fatte precedentemente da amministrazioni in cui la destra marchigiana che governa ora non ha mai partecipato, comunque non ha realmente fatto nulla per alleviare la tragicità del contesto fermano.

A farne le spese, come sempre, i cittadini. E sono spese pesanti, perché non è difficile immaginare, anche per chi non ha fortunatamente bisogno di ricorrere alle cure mediche nella provincia di Fermo, che con un ospedale solo e quasi totalmente impegnato nella lotta contro la pandemia, chi soffre di altre patologie, che certamente non sono sospese a causa del covid, soffra enormemente. Sarebbe stato meglio che Livini avesse levato il suo grido di protesta prima di trovarsi in questo pantano, ma speriamo che almeno serva a far prendere provvedimenti immediati e urgenti per fornire alla gente del Fermano il giusto e dovuto servizio sanitario che, in queste condizioni, non c’è.

 

Luca Craia

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