lunedì 1 febbraio 2021

Serve un piano per salvare il commercio tradizionale. Oppure le conseguenze sociali saranno gravissime.

 


In Italia serve un piano per salvare il commercio al dettaglio. In realtà serviva anche prima della pandemia, ma dopo la catastrofe economica che stiamo vivendo, i cui effetti più nefasti probabilmente ancora non si sono manifestati, diventa imprescindibile studiare una serie di interventi mirati per salvaguardare un bene primario come il commercio tradizionale, letteralmente massacrato dai provvedimenti governativi per limitare la diffusione del virus.

Parlo di bene primario a ragione: il commercio tradizionale, il piccolo negozio di quartiere, l’alimentari, il ferramenta e via discorrendo, oltre a compiere un evidente servizio alla cittadinanza per la fornitura di beni essenziali, funge da controllore sociale di primaria importanza, evitando il degrado urbano e mantenendo vive le città e i paesi. Provate a immaginare le nostre città e i nostri borghi senza negozi e ditemi se quello che vi appare non è spaventoso.

Le pmi del commercio subiscono da anni la concorrenza per lo più sleale della grande distribuzione. Più recentemente è stato il commercio online a colpire in maniera violenta i piccoli negozi, offrendo prezzi spesso più competitivi a fronte dell’assenza totale di servizi e assistenza. Con la pandemia e le chiusure obbligate, per molte attività commerciali è arrivato il colpo di grazia, condannandole alla fine. Mentre la grande distribuzione ha subito poco o niente le conseguenze della crisi pandemica, i colossi dell’online hanno moltiplicato il loro mercato, ed è facile pensare che l’abitudine all’acquisto da casa sia ormai radicata, dando così poche possibilità ai negozi tradizionali.

Ecco quindi che serve una scelta politica: lasciar morire il piccolo commercio al dettaglio, e con esso tutto quello che rappresenta in termini sociali e urbani, oppure intervenire per salvaguardarlo. La politica finora si è sempre mossa a favore dei colossi della GDO e dell’online, mai si è visto un provvedimento a difesa dei piccoli esercenti. Chissà che, con le estreme conseguenze della pandemia, non si inverta la tendenza. Ci spero poco, ma se così non sarà, vedremo le nostre città trasformarsi radicalmente, con tutto quello che ne consegue in termini di degrado.

 

Luca Craia

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