lunedì 1 febbraio 2021

Bellesi e il suo sogno ideale per Montegranaro. Bello, ma quasi un’utopia.

 



Sono molto d’accordo con quadro disegnato da Moreno Bellesi, Commissario Provinciale dell’UDC fermano, e ne invidio l’ottimismo riguardo quello che accadrà a Montegranaro in termini di economia e politica. Bellesi parla di un ideale che condivido, quello del ritorno di una politica attenta ai reali bisogni del territorio e del tramonto dei personalismi e degli interessi particolari che hanno segnato il declino di uno dei paesi più ricchi e operosi d’Italia, e immagina una netta inversione di tendenza con un ingresso nella classe dirigente montegranarese di uomini nuovi, capaci, attenti e sensibili al fare piuttosto che al lucrare.

È però un ideale, quello che disegna Bellesi, e vederlo realizzato nel breve periodo è espressione di grande ottimismo, forse anche di un idealismo positivo ma concretamente difficile da realizzare. A Montegranaro le postazioni politiche sono occupate, non c’è spazio per il nuovo, non c’è spazio, se non di facciata, per la società civile. Temo che il quadro che si sta disegnando per le prossime elezioni sia molto diverso dalla visione di Bellesi, un quadro che non è altro che un rimescolamento delle carte sul tavolo, una redistribuzione dei posizionamenti in conseguenza degli ultimi avvenimenti, ma nulla che lasci intravedere quella rivoluzione copernicana che pure servirebbe per portare Montegranaro fuori dalle sabbie mobili in cui sta affondando.

A Montegranaro serve gente con idee fresche, con una visione del futuro nuova e coraggiosa, serve chiamare personalità che si distinguono per impegno e capacità e non soltanto per quante clientele hanno. È qui che si infrange il sogno di Bellesi, purtroppo, un sogno che è anche il mio ma che vedo ancora molto difficile da realizzare.

 

Luca Craia

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