mercoledì 11 novembre 2020

Caritas diocesana di Fermo: un anno di attività a servizio dei più fragili.

 

La Chiesa cattolica è l’organizzazione umana più estesa, articolata e complessa che esista. In un’organizzazione così ampia e ramificata è normale trovarvi il bene e, purtroppo, il male. Parlare del male è più facile, specie in questi tempi bui in cui pare farsi avanti un nuovo movimento culturale contro i cristiani che ricorda molto le antiche persecuzioni, accomunando atei radicali (definizione che pare un ossimoro ma esistono davvero), anticlericali e cattolici delusi. Ma c’è anche il bene, ce n’è tanto e credo non se ne parli abbastanza. Provo, per riequilibrare un po’, a parlare del bene che c’è nella Chiesa e lo faccio riportando l’attività della Caritas Diocesana di Fermo nel corso del 2019, quindi prima dell’emergenza Covid che certamente avrà fatto lievitare i dati. Per il momento, quindi, ci limitiamo a esaminare la normale attività di un anno qualsiasi.

Nel 2019 la Caritas della Diocesi di Fermo ha effettuato 11.140 interventi, di cui 9.294 distribuzioni di pacchi e viveri, 539 primi colloqui all’interno dei centri di ascolto, 498 distribuzioni di vestiario, 398 pagamenti di bollette e tasse, 110 colloqui nello sportello lavoro. Questi interventi sono diretti a persone in difficoltà a causa di situazioni precaria nell’ambito lavorativo ed economico.

In totale, le persone che si sono rivolte alla Caritas sono 1.497, di cui 269 a Civitanova Marche, a Fermo 154 e a San Tommaso 100, i tre centri più impegnati. Ma anche altrove si è lavorato molto: ad Amandola sono state sostenute 5 persone, a Corridonia 42, a Falerone e Servigliano 30, Grottazzolina 154, a Loro Piceno 20, a Marina di Altidona 57, a Mogliano 23, a Montappone 19, a Monte San Giusto 11, a Monte Urano 77, a Montecosaro Scalo 28, a Montegranaro 83, a Morrovalle 53, a Pedaso 26, a Porto Potenza Picena 8), a Porto San Giorgio 75, a Potenza Picena 64, a Sant’Elpidio a Mare 73, a Santa Petronilla 76 e 126 presso il Centro Servizi Diocesano.

Per lo più, si rivolgono alla Caritas cittadini italiani, esattamente per il 49.63% degli interventi, ma sono moltissimi, raffrontanti con la popolazione, i Marocchini che sono il 18.43% mentre i rimanente 31.94% e suddiviso in molteplici nazionalità.

Poi ci sono i progetti per la società. “Far bene fa bene” è un progetto rivolto ai giovani per sensibilizzarli al mondo del volontariato e ha impegnato 187 ragazzi. “Il Percorso di sensibilizzazione nelle scuole”, sul tema delle disuguaglianze economiche e sulla moda sostenibile in collaborazione con l’ufficio pastorale del lavoro, era rivolto ai ragazzi dei trienni delle scuole superiori e ha coinvolto 10 classi di 3 istituti superiori. Il servizio civile nella Caritas, invece, ha impegnato 22 ragazzi di cui 13 hanno concluso regolarmente l’anno.

Il Progetto “Policoro” e proponeva attività e servizi rivolti ai giovani tra i 18 ai 35 anni offrendo loro orientamento e formazione sui principali temi del mondo del lavoro. Il “Progetto Domus” si proponeva di impegnare operatori e volontari che si dedicano al tema del disagio abitativo e delle problematiche legate alle persone senza fissa dimora e persone in situazione di disagio. Il progetto “Giovani Energie” è stato realizzato nelle zone maggiormente colpite dal terremoto della Diocesi di Fermo operando in attività ludico-educative e di aggregazione per bambini e ragazzi, attività di coinvolgimento attivo dei giovani e delle famiglie o di piccoli gruppi o associazioni e attività di ascolto e di socializzazione degli anziani. Il progetto “Semi di Comunità”, promosso dalla Caritas Diocesana di Fermo in collaborazione con la cooperativa sociale Tarassaco, è stato realizzato per favorire l'inserimento socio-lavorativo di giovani e persone disoccupate.

Questo, in estrema sintesi, è il 2019 della Caritas Diocesana di Fermo, un anno intenso e pieno di impegni ma, soprattutto, di risultati. Nel 2020 la Caritas è stata chiamata a impegnarsi sul fronte della pandemia ancora in corso, ampliando la propria attività soprattutto verso le persone più fragili e deboli, impegno che, purtroppo, è ancora ampliamente attivo visto il perdurare della situazione conseguente alla diffusione del virus.

Mi è piaciuto riportare in breve questi pochi dati per dare una testimonianza di quello che fa la Chiesa, perché la Caritas è la Chiesa, per evidenziare quanto di bello e positivo vi sia in contrapposizione al male che troppo spesso viene rappresentato come l’unica faccia del cattolicesimo, mentre si tratta solo di una devianza che viene combattuta e arginata il più possibile. Credo che dovremmo concentrarci sul bene che si fa e sostenerlo anche prescindendo da convinzioni e fede, perché il bene è rivolto all’umanità. La Caritas, per restare in tema, non chiede a nessuno quale sia la sua fede o la sua convinzione etica o politica. La Caritas aiuta chi ha bisogno, chiunque egli sia. E questo è lo spirito che muove la Chiesa. Il resto fa parte della debolezza umana.

 

Luca Craia

 

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