Sgombriamo il campo, intanto: non esiste alcun obbligo di quote rosa all’interno di un governo, casomai potrebbe essere una questione di opportunità che, comunque, è più apparenza che sostanza. La donna ha gravi problemi di parità di trattamento in molti campi, a cominciare dal lavoro, ma sono problemi che non si possono certo risolvere imponendo una presenza femminile nelle liste e addirittura nei governi quando soggetti femminili idonei non ce ne sono. E questo non perché le donne non siano capaci quanto e forse più degli uomini, ma solo perché sono le donne stesse a non impegnarsi in politica, probabilmente per retaggi storici e culturali ancora duri a morire e che appartengono alle stesse donne quanto agli uomini.
Trattare la donna come una specie in via di estinzione va in tutt’altra direzione rispetto allo stabilire una reale parità tra i generi. Utilizzare la figura femminile strumentalizzandola a scopi politici è meschino e controproducente. Ed evito di scendere nel particolare dei commenti che ho avuto modo di leggere sui social, con donne che insultano la Latini o la Meloni ma vogliono rispetto per le donne. Donne contro le donne per sostenere i diritti delle donne, un cortocircuito di cui solo il PD può essere capace.
La donna deve farsi spazio in politica. Le donne che fanno politica attualmente sono forti e capaci, e quando lo sono riescono ad avere lo stesso spazio e lo stesso peso degli uomini. Penso soltanto all’ormai purtroppo compianta Jole Santelli, ma anche a esponenti politici marchigiani di rilievo, come la stessa Latini, ma anche come la Marcozzi, la Malaigia e molte altre. Ce ne sono di validissime anche a sinistra, ma se la gente non le vota, non possiamo prendercela con nessuno, se non con una cultura generale che va mutata. Ma non la si può mutare con le riserve naturalistiche dedicate alle donne, la si deve mutare cominciando dal basso e cominciando dalle donne stesse, che troppo spesso sono le prime a combattere contro se stesse. Come in questo caso.
Luca Craia
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