Il Montegranarese vero, quello che appartiene a Montegranaro e a cui Montegranaro appartiene, che ce l’ha nel sangue questo paese a volte strano, controverso, difficile eppure amatissimo dai suoi figli autentici, quando sente parlare della chiesa “de lo Pioà” ha un tuffo al cuore. Ce l’ha perché ci ha passato tanti momenti della sua esistenza, il catechismo, il mese di maggio, le processioni, l’oratorio, il cinema dei ragazzi; ce l’ha perché la chiesa di San Francesco, che a Montegranaro chiamiamo, appunto, “su lo Pioà” perché il parroco, tradizionalmente, è il pievano, il rettore della Pieve, non è soltanto una chiesa, un luogo di culto, ma è il cuore del cuore di Montegranaro, il fulcro della vita del castello, del paese antico, il punto di riferimento per credenti e non credenti. E ha un tuffo al cuore ora in particolare perché la chiesa è inagibile dal 2016, l’anno terribile del terremoto.
Va detto che le offerte alla Parrocchia sono deducibili al 30%, per cui, se chi può versasse anche una cifra più importante, avrebbe comunque una decurtazione della stessa sulle imposte. Insomma, se i Montegranaresi volessero riavere velocemente la loro chiesa, potrebbero senza un grande sforzo. Una volta gli abitanti di questo paese erano generosissimi e dimostravano con grande slancio il loro amore per la propria comunità. I Montegranaresi hanno costruito chiese, oratori, teatri, il tutto solo per il bene del paese. Ora i tempi sono difficili, ma lo sforzo che si chiede è raggiungibile. Facciamo vedere che ci siamo, facciamo vedere che c’è ancora chi ama davvero questo strano paese.
Luca Craia
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