martedì 6 ottobre 2020

Case popolari: cambiare la legge regionale anche per recuperare i centri storici.


Abbiamo più volte trattato, negli anni, l’argomento dei criteri di assegnazione degli alloggi popolari, ribadendo ogni volta la necessità di modificare sia i vari regolamenti comunali che la legge regionale onde evitare che persista lo squilibrio esistente tra stranieri e Italiani laddove i primi risultano favoriti nell’assegnazione proprio in virtù dell’attuale normativa. Questo non per motivzioni ideologiche ma per l’effetto devastante a livello sociale che lo sbilanciamento a favore dei cittadini stranieri produce, ossia l’effetto ghetto. L’effetto ghetto produce non soltanto aree di profondo degrado dove insistono questi alloggi popolari, ma anche un ritardo se non il totale annullamento del processo di integrazione.

C’è un altro aspetto che non andrebbe trascurato: il moltissimi casi, i Comuni utilizzano i fondi per l’edilizia popolare per recuperare stabili nei centri storici. Con l’attuale normativa l’effetto è quello che dicavamo prima, ossia la ghettizzazione delle aree antiche delle città e dei paesi. Ripristinando l’equilibrio nell’assegnazione degli alloggi, è evidente il capovolgimento della situazione, con i centri storici che verrebbero, anche se parzialmente, recuperati per la creazione degli alloggi popolari negli stabili fatiscenti senza però creare il degrado che si innesca attualmente.

La speranza è che, dopo un’amministrazione regionale sorda a ogni ragionamento su questo argomento, ora il nuovo governo di centro-destra possa mettere finalmente mano alla legge regionale per poi dare il via alla riforma dei regolamenti comunali, anche laddove si è sempre utilizzata la stessa legge regionale come alibi per evitare di modificarli.

 

Luca Craia

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