Il trionfo di Sandro
Parcaroli a Macerata non fa soltanto il paio con quello del centro-destra nelle
Marche, ma segnala in maniera marcata e precisa un desiderio dei Maceratesi di
cambiare, di voltare pagina, di lasciarsi dietro gli ultimi tristissimi anni in
cui Macerata è diventata il teatro della cronaca nera più macabra e violenta e
lo scenario delle rappresentazioni iconoclastiche della politica delle povere
menti. Macerata, come pochi mesi prima Fermo, accusata di essere terra di
razzisti e di fascisti, accuse infondate e infamanti che hanno ferito la
dignità di una città che si è vista piombare addosso una gragnuola di problemi
imputabili per buona parte proprio alle politiche di coloro che poi venivano sfilare
lungo le mura con i bandieroni arcobaleno e il ghigno di chi cerca il fascista
per fargli la pelle. Ora, con Parcaroli, c’è la possibilità di cambiare e
prendere un’altra direzione, di far tornare Macerata a essere quel pacioso
capoluogo di provincia dove si partorisce cultura e bellezza, dove si istruiscono
le giovani generazioni, dove la gente possa vivere gli spazi urbani senza
timori e senza rischi. Un lavoro complesso, quello che aspetta la nuova Giunta,
perché rimediare ai danni fatti non è cosa che si fa in pochi giorni. Un lavoro
che va iniziato subito, da domani mattina. Auguri.
Luca Craia
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