martedì 11 agosto 2020

“SISTEMA MUSEO” CAMBIA CONTRATTO, STIPENDI DA FAME PER I LAVORATORI MARCHIGIANI.


ELENA LEONARDI: "LE ISTITUZIONI TUTELINO LA PROFESSIONALITA' DEI LAVORATORI MARCHIGIANI DEL SETTORE DELLA CULTURA" 
Comunicato integrale

In importanti musei gestiti dalla cooperativa umbra, strategici per il sistema turistico-culturale regionale, il numero di visitatori continua a salire mentre le condizioni dei lavoratori peggiorano. La vicenda che coinvolge i lavoratori della Società Cooperativa Sistema Museo con sede in Umbria e che da oltre trenta anni opera nel settore dei beni culturali in diverse regioni italiane, è esemplificativa delle precarie condizioni di chi oggi lavora nel settore culturale, in Italia e nella nostra regione.
Nelle Marche Sistema Museo gestisce i Musei di Fermo, Macerata, Pesaro, Recanati, Fano e Sant’Elpidio a Mare. Tre capoluoghi di provincia e altrettante città strategiche per l'economia turistica e culturale della regione, con ricavi e visitatori in crescita negli ultimi anni. Un vero e proprio monopolio da parte della cooperativa umbra, nella gestione dei beni culturali della nostra regione, con ingenti contributi pubblici versati dai comuni marchigiani nelle sue casse, ai quali vanno aggiunti i ricavi derivati dalla biglietteria, visiti guidate, bookshop, servizi educativi, affitto sale, con milioni di euro di fatturato.
“I Comuni coinvolti e la Regione Marche – ha affermato il consigliere di Fratelli d’Italia, Elena Leonardi – devono impegnarsi fin da subito a fornire le necessarie garanzie, affinché le cooperative che vincono appalti nelle nostre città, come nel caso di Sistema Museo, e che usufruiscono di importanti contributi pubblici, siano poi in grado di garantire condizioni di lavoro e retribuzioni adeguate rispetto alle professionalità e alle competenze dei  lavoratori marchigiani. Non è più accettabile che la cooperativa umbra possa continuare a sfruttare in questo modo i lavoratori marchigiani abbattendo ulteriormente il costo del lavoro dopo anni di sacrifici.  Dal 2015 i musei e i beni culturali sono servizi pubblici essenziali, come i trasporti e gli ospedali. Ma perché allora – incalza il capogruppo Leonardi – per un settore così strategico, continuiamo ad assistere, a cambi di contratto con riduzione degli stipendi e demansionamento dei lavoratori? Sono domande per cui urge una celere risposta, anche e soprattutto da parte di chi, ci ha raccontato, come negli ultimi anni il turismo e la cultura fossero diventati il volano economico di questa regione”.
Gestioni che vedono impiegato il più importante numero di lavoratori nel settore dei musei e beni culturali, non statali, della Regione Marche, tra soci-lavoratori e personale in subappalto. Musei di successo ed economicamente anche ben sostenuti da investimenti pubblici, perché dunque speculare su una delle colonne portanti, i lavoratori? Come apparso su diverse testate locali e nazionali, le condizioni dei lavoratori di Sistema Museo sono purtroppo  critiche fin dal 2010 quando la cooperativa ha decretato lo stato di crisi aziendale che ha comportato, per i soci lavoratori, fino alla sua cessazione, dicembre 2019, la trattenuta delle mensilità aggiuntive, tredicesima e quattordicesima, dei permessi e quelle sulle retribuzioni con percentuali anche del 15%.
Improvvisamente nel mese di dicembre 2019 la cooperativa comunicava ai soci lavoratori l’intenzione di variare il CCNL di riferimento (Turismo) e di applicare il CCNL Multiservizi e la relativa uscita dallo stato di crisi aziendale, durato in totale oltre nove anni! Il CCNL Multiservizi è fortemente peggiorativo delle condizioni di lavoro, con una minor paga oraria e un taglio del salario, su stipendi nella maggior parte dei casi inferiori ai mille euro, oltre che una svalutazione dei diritti e della dignità dei lavoratori. Insomma, la soluzione adottata da Sistema Museo è stata la dequalificazione del lavoro, oppure …. tutti a casa, con prospettiva di fallimento e perdita del posto di lavoro.