giovedì 6 agosto 2020

Facebook toglie la parola a Trump. Figuriamoci a noi cosa può fare.


Facebook e Twitter hanno un potere immenso, un potere spaventoso. Hanno più potere del Presidente degli Stati Uniti d’America, che sarebbe l’uomo più potente del mondo. Eppure Facebook e Twitter possono ammutolirlo, togliergli la parola, tappargli la bocca. D’accordo, Trump dice un sacco di sciocchezze probabilmente, ma chi ha investito i social di questo potere di stabilire cosa sia una sciocchezza e cosa non lo sia? Qual è il parametro col quale si stabilisce che una cosa sia una sciocchezza, sia una fake news, sia un’informazione pericolosa da divulgare?
Io trovo spaventoso che chi gestisce il luogo virtuale dove tutti noi, o quasi, oramai andiamo a comunicare con gli altri, a incontrarli, a confrontarci con loro possa avere il diritto di toglierci un diritto fondamentale come quello della parola, dell’espressione, del pensiero, per quanto questo pensiero possa essere sballato. Chi lo stabilisce che un pensiero sia sballato? Chi stabilisce che un altro non lo sia?
Vi prego di rifletterci, mettendo per un attimo da parte le convinzioni politiche, anzi, le tifoserie. Io trovo che sia estremamente pericoloso che si possa mettere il bavaglio a una persona, che qualcuno, investito di un potere enorme non si sa bene da chi, possa decidere di toglierci la parola, di non farci parlare, di chiuderci un profilo e condannarci a rimanere fuori da un consesso umano che oggi raccoglie un numero enorme di persone. Il tutto perché qualcuno, che non ha un’autorità riconosciuta legalmente, decide che quello che pensiamo e diciamo non va bene. È spaventoso, è pericoloso. E se possono farlo con Trump, figuriamoci con Luigi o con Maria. E ricordiamoci che i social, di Luigi e Maria, sanno tutto.

Luca Craia