mercoledì 5 agosto 2020

Covid nelle Marche. C’è l’impennata o non c’è? Consideriamo anche il numero dei tamponi.


Bisogna che ci capiamo: l’impennata di nuovi contagi di covid c’è o non c’è? Perché i giornali titolano che c’è, ma i dati dicono altre cose, dicono che l’impennata, più che nei casi, è nel numero dei tamponi. Mi spiego: oggi l’ANSA titola “Impennata casi Marche, sei distribuiti in quattro province su 665 nuove diagnosi”. Mi allarmo e vado a leggere: i casi sono 6 ma su 1173 tamponi. Il 30 aprile, per prendere una data di pieno lockdown, il GORES delle Marche comunicava che, su 59488 tamponi effettuati, risultavano positivi 6247. Il rapporto tra tamponi e positi, il 30 aprile, era di 10.5 positivi ogni 100 tamponi. Oggi il rapporto è di 0.9 positivi ogni 100 tamponi. Va da sé che siamo ben lontani dai dati più brutti.  È vero che il 30 giugno eravamo a 0 casi su 624 tamponi, ma è anche vero che, se c’è un aumento di casi, non è così spaventoso come i titoli vorrebbero farci credere.
Un aumento dei casi c’è, e su questo bisogna ragionare. Evidentemente si è allentata troppo la guardia, e questo lo vediamo coi nostri occhi. Ma non mi pare il caso di dare l’allarme, semmai significa che bisogna essere più rigidi nel rispetto delle norme. E qui mi riferisco alla disparità con cui le stesse vengono applicate e fatte applicare, con controlli serrati diurni negli esercizi commerciali e scarso rispetto delle regole di notte. È anche una questione di chiarezza del messaggio che si manda, perché non è possibile dire tutto e il contrario di tutto nel giro di pochi mesi, settimane e giorni. Anche chi governa, nonché chi sta all’opposizione, deve essere onesto, perché su queste cose non si scherza.
Però l’impressione è che si voglia in qualche modo giustificare la proroga dello stato di emergenza, una proroga che, coi dati in mano, non sembra affatto giustificata, tanto che siamo gli unici ad aver prorogato. E anche qui si gioca e si scherza con la vita delle persone. Perché se non si è chiari, se la gente vede vaghezza, anzi, opportunismo, alla fine fa come le pare. E spesso sbaglia.

Luca Craia