lunedì 31 agosto 2020

Avis in difficoltà per il personale. Dino Pesci: rendeteci autonomi


L’organizzazione dell’AVIS nelle Marche è un piccolo gioiello, presa a modello dalle altre realtà italiane in quanto efficace ed efficiente. È talmente funzionale che, negli anni passati, non solo si è riusciti a soddisfare il fabbisogno regionale ma si è ceduto sangue ad altre regioni che ne necessitavano, come la Puglia o il Lazio. Questa organizzazione è stata messa a punto dal compianto dottor Mario Piani quando a guidare il sodalizio c’era l’attuale assessore regionale Angelo Sciapichetti.
Ed è curioso che, una volta smessi i panni del Presidente dell’Avis, l’assessore sembra essersene dimenticato. Infatti, al progetto del dottor Piani manca un elemento essenziale che può essere dato solo dalla Sanità regionale: l’indipendenza giuridica di chi gestisce la raccolta. In questo modo l’AVIS avrebbe disponibilità di personale, e potrebbe programmare la raccolta in modo ancora più efficace, evitando di dover subire contraccolpi derivanti dai problemi della sanità pubblica.
Ho fatto una lunga chiacchierata con Dino Pesci, responsabile provinciale per Fermo del servizio di chiamata, e mi ha spiegato che è proprio per questa dipendenza dalla sanità pubblica che oggi l’AVIS marchigiana, pur vantando donatori generosissimi, sta perdendo donazioni in maniera cospicua, bel 172 fino a giugno. C’è stato un notevole calo, dovuto in parte alla pandemia e ai timori che i donatori devono aver vissuto, ma anche e soprattutto alla chiusura di diversi punti di prelievo per ben dieci giornate a causa della mancanza di personale a seguito del pensionamento di due medici mai rimpiazzati, e degli spostamenti di personale per esigenze interne alla sanità.
Ricordiamo che il personale viene fornito dalla ASUR e non può essere gestito autonomamente dall’AVIS: esiste un ente, il DIRMT, che gestisce la raccolta e il personale addetto, ma usufruisce di elementi dipendenti dalla ASUR e, se l’ASUR manifesta la necessità di personale, capita spesso che lo tolga al servizio raccolta, con le conseguenze che vediamo. Tra luglio e agosto, la chiusura di 31 giornate complessive dovuta a queste problematiche ha causato una perdita di circa 7/800 sacche di sangue e plasma.
È una situazione paradossale, perché potenzialmente l’AVIS territoriale potrebbe fare numeri strepitosi, ripetendo quelli del passato, ed essere di aiuto non soltanto a chi necessita di sangue nelle Marche, ma anche in altre zone d’Italia, tanto sono pronti e generosi i donatori marchigiani. Eppure bisogna perdere colpi e trovarsi potenzialmente in difficoltà causa una carenza organizzativa dovuta a una sostanziale negligenza legislativa. Basterebbe rendere autonomo il DIRMT per la gestione del personale e il problema sarebbe risolto. Ci vorrebbe poco, basterebbe volerlo. Del resto lo stesso Ceriscioli si era impegnato a legiferare in materia, ma evidentemente o lo ha dimenticato o ha preferito lasciare le cose come stanno per motivi politici. Fatto sta che, in questo modo, si stanno sprecando risorse e potenzialità che potrebbero portare immensi benefici alla popolazione e agli stessi donatori. Ma se manca la volontà politica, c’è poco da fare.

Luca Craia