sabato 6 giugno 2020

Ultimo giorno di scuola particolare e triste per i maturandi. Ma state vivendo un pezzo di storia.

Oggi è stato l’ultimo giorno di scuola per gli studenti italiani. L’ultimo giorno di scuola, nei miei ricordi, è sempre stato un giorno speciale, un giorno di grande felicità per l’inizio delle agognate vacanze misto a quella tristezza malinconica dovuta al distacco con i propri compagni coi quali si sono condivisi nove mesi di fatiche, sacrifici, paure ma anche divertimento e fratellanza. E quando l’ultimo giorno di scuola è anche l’ultimo della tua carriera scolastica, i sentimenti sono così forti e contrastanti da rimanere indelebili nella memoria per tutta la vita.
Personalmente, ricordo l’ultimo periodo del liceo, prima della maturità, come uno dei momenti più intensi della mia vita, vissuto con una fame di vita indicibile, tessuto dei fili di amicizie incancellabili e incancellate. Il mio ultimo trimestre di scuola è stato segnante, e ha prodotto dei rapporti umani talmente forti e intensi che tutt’ora, a distanza di decenni, perdurano nell’affetto e nell’amicizia.
Per questo mi rattrista pensare a questo periodo vissuto dai maturandi di oggi: sono stati provati di un momento emozionalmente irripetibile, a partire dal rito dei cento giorni fino a questo ultimo giorno di scuola, ultimo davvero. Il contatto virtuale non può sostituirsi alla vita reale, ai momenti di gioia e di disperazione, alla fatica dello studio condivisa con gli altri, al rapporto con i propri insegnanti che, improvvisamente, matura e diventa qualcos’altro, adulto, quasi paritario, assumendo la connotazione precisa di quello che è sempre stato, ossia uno cambio di conoscenza e di umanità.
I nostri ragazzi hanno vissuto tutto questo filtrato da un monitor, da un microfono, da una telecamera. Non avranno, nei ricordi, il potere evocativo dei profumi della primavera che si mescolano ai feromoni, all’odore della paura e della preoccupazione e ai sentimenti che prova il maturando nell’ultimo scorcio della sua carriera scolastica. Non avranno le immagini solari, i rumori, le voci, gli sguardi da ricordare. Avranno solo ricordi piatti come le immagini su uno schermo.
Ma saranno comunque ricordi preziosi, molto diversi da quelli di chiunque altro, ma pur sempre scolpiti nella memoria. E soprattutto avranno vissuto un momento di storia, speriamo irripetibile, che rimarrà per sempre. Ora dovranno affrontare un esame anch’esso strano, surreale come tutto il resto di questo ultimo anno. Voglio solo fare loro un grande in bocca al lupo e dire forza, che da qui si riparte verso una nuova vita. Che sia piena di soddisfazioni. Avrete tante altre belle cose da ricordare.

Luca Craia