Mangialardi è un politico navigato e sa bene che non può mettersi a sparare
addosso al suo compagno di partito nonché attuale Presidente della Regione,
Luca Ceriscioli, se vuole prenderne il posto. Però la sua dichiarazione circa
il Covid Center di Civitanova lascia poco spazio alle interpretazioni e segna
una netta, per quanto elegante, critica nei confronti delle politiche regionali
per il contrasto della pandemia. Dire che il centro di Civitanova, costato la
bellezza di 12 milioni di Euro e praticamente mai utilizzato, verrà smantellato
una volta finita l’emergenza, significa affermare che abbiamo sprecato i soldi
dei contribuenti. Lo sappiamo tutti, ma se lo dice il candidato PD alla Regione,
il tutto assume un altro significato.
Mangialardi sta cercando di non sprecare quel po’ di consenso recuperato
da Ceriscioli in questi ultimi mesi senza però sposarne in pieno quelle
politiche che possono essere esposte a critiche. Si guarda bene, però, di
proporre una soluzione e di esporsi sui temi centrali, quelli su cui Ceriscioli
ha fallito rovinosamente, ossia la sanità e la gestione del terremoto. Dire di
redistribuire le attrezzature anticovid ne vari ospedali regionali non
significa certo dire che cosa si vuole fare per far sì che la nostra sanità non
sia più così disastrata da essere il motivo principale per cui un’epidemia
diventa letale. E andare a salutare il nuovo Commissario Straordinario per il
terremoto nella solita Castelsantangelo, dove tutti vanno ma nessuno risolve,
non spiega affatto cosa si intenda fare per riparare i danni compiuti dalla
precedente amministrazione regionale marcata PD.
Insomma, propaganda complessa, quella per l’impomatato candidato di
centro-sinistra, che deve compiere lo sforzo di non rompere col pessimo quinquennio
di Ceriscioli cercando di trarre vantaggio dalla memoria corta della gente e
dal recente piccolo recupero di consenso del matematico pesarese. Ad aiutarlo c’è
un centro-destra tutt’altro che coeso. Vedremo.
Luca Craia