lunedì 22 giugno 2020

Mangialardi prende le distanze da Ceriscioli e ne sconfessa la politica sul COVID.


Mangialardi è un politico navigato e sa bene che non può mettersi a sparare addosso al suo compagno di partito nonché attuale Presidente della Regione, Luca Ceriscioli, se vuole prenderne il posto. Però la sua dichiarazione circa il Covid Center di Civitanova lascia poco spazio alle interpretazioni e segna una netta, per quanto elegante, critica nei confronti delle politiche regionali per il contrasto della pandemia. Dire che il centro di Civitanova, costato la bellezza di 12 milioni di Euro e praticamente mai utilizzato, verrà smantellato una volta finita l’emergenza, significa affermare che abbiamo sprecato i soldi dei contribuenti. Lo sappiamo tutti, ma se lo dice il candidato PD alla Regione, il tutto assume un altro significato.
Mangialardi sta cercando di non sprecare quel po’ di consenso recuperato da Ceriscioli in questi ultimi mesi senza però sposarne in pieno quelle politiche che possono essere esposte a critiche. Si guarda bene, però, di proporre una soluzione e di esporsi sui temi centrali, quelli su cui Ceriscioli ha fallito rovinosamente, ossia la sanità e la gestione del terremoto. Dire di redistribuire le attrezzature anticovid ne vari ospedali regionali non significa certo dire che cosa si vuole fare per far sì che la nostra sanità non sia più così disastrata da essere il motivo principale per cui un’epidemia diventa letale. E andare a salutare il nuovo Commissario Straordinario per il terremoto nella solita Castelsantangelo, dove tutti vanno ma nessuno risolve, non spiega affatto cosa si intenda fare per riparare i danni compiuti dalla precedente amministrazione regionale marcata PD.
Insomma, propaganda complessa, quella per l’impomatato candidato di centro-sinistra, che deve compiere lo sforzo di non rompere col pessimo quinquennio di Ceriscioli cercando di trarre vantaggio dalla memoria corta della gente e dal recente piccolo recupero di consenso del matematico pesarese. Ad aiutarlo c’è un centro-destra tutt’altro che coeso. Vedremo.

Luca Craia