giovedì 4 giugno 2020

Coronavirus: grazie a noi.


Ieri, il Presidente della Repubblica, ha insignito dell’onorificenza di Cavaliere molti protagonisti della fase più dura dell’epidemia, eroi in prima linea per combattere la malattia e difendere la nostra salute e la nostra vita. Abbiamo, da queste pagine, più volte ringraziato anche altri eroi, quelli delle retrovie, meno esposti ma importanti per aiutarci a vivere: negozianti, commessi, addetti alla pulizia. Ma ci siamo scordati di ringraziare qualcuno: noi stessi.
Ecco, io vorrei ringraziare tutti coloro che, in questo periodo, hanno messo la prudenza come principio su cui basarsi, hanno rispettato le regole anche quando sembravano assurde (ed è successo spesso), hanno assunto comportamenti che non potessero danneggiare se stessi e gli altri, i propri familiari ma anche l’intera comunità. Ringrazio chi è rimasto in casa durante il cosiddetto lockdown, chi tutt’ora cura l’igiene, l’asepsi, porta la mascherina quando è necessario, evita gli assembramenti, insomma, sta attento anche se ci stanno dando l’idea che sia tutto finito.
Ringrazio quelli che, non essendo virologi e non sapendo di chi fidarsi nella baraonda di informazioni contradditorie che ci hanno bombardato, hanno pensato che di troppa prudenza non sia mai morto nessuno, di leggerezza sì. Quelli che non si sono fatti prendere dal panico ma non hanno creduto né ai complottisti né ai negazionisti, quelli che, sia stata la Cina, l’Europa, i marziani a farci ammalare tutti, abbiano usato il 5G, le scie chimiche o le trivelle spaziali, hanno comunque fatto attenzione, si sono sacrificati per il bene proprio e quello comune, perchè magari era solo un’influenza, ma non hanno voluto essere loro a propagarla.
Volevo ringraziare questa gente comune, questa gente invisibile, quei milioni di Italiani che hanno fatto il loro dovere. Perché è grazie a loro se oggi stiamo meglio, se abbiamo riacquistato un po’ di libertà, se la gente non muore più come prima e non si ammala come prima. E sarà ancora grazie a loro se, alla fine, anche se non sarà andato tutto bene come volevano farci credere e cantare dai balconi, tutto sommato ce la saremo cavata.

Luca Craia