La chiesa di San Pietro, a Montegranaro, si sta spaccando. Ci sono vistose
crepe e il pavimento si sta aprendo e alzando, tutti segnali che non fanno
pensare a nulla di buono, anzi, ci inducono a sospettare un movimento a livello
di fondamenta. Occorre intervenire urgentemente per analizzare la situazione e
trovare i rimedi.
Da qualche settimana, ignaro di tutto questo, ho fatto partire la campagna
per promuovere la chiesa di Montegranaro ne I Luoghi del Cuore del FAI, al fine
di cercare di partecipare all’assegnazione dei fondi che normalmente vengono
assegnati ai siti che ottengono più voti. La campagna sta procedendo piuttosto
male, i Montegranaresi non rispondono, e mi sto mettendo l’anima in pace: nulla
di sorprendente.
Ero ignaro perché, quando ho inserito la chiesa detta “de lo Curatello”
tra i luoghi del FAI, agivo per ricordi, in quanto non ci entravo più da oltre
5 anni. Fino a 5 anni fa ne avevo la chiave, affidatami dal precedente Parroco,
e tenevo la struttura monitorata in quanto già da tempo si erano notate delle
crepe sull’abside. Con l’aiuto di un tecnico, avevamo installato delle piastre
sul muro sia all’interno che all’esterno, con le quali misuravamo, con cadenza mensile,
l’apertura delle crepe per verificare se si muovesse, annotandeno i risultati
per avere la situazione sotto controllo. Ovviamente questo lavoro veniva svolto
pro bono.
Circa sei anni fa, l’allora assessore alla cultura, l’architetto Giacomo
Beverati, tentò di rivoluzionare il comparto affidandone la gestione interamente
a un paio di associazioni, Archeoclub e Città Vecchia, associazioni che oggi
hanno entrambe esponenti di spicco in seno alla maggioranza che governa il
paese. Da lì a breve le chiavi di San Pietro mi furono tolte e non ebbi più la
possibilità né di portare turisti, come ho sempre fatto per anni, né di
continuare il lavoro di monitoraggio della struttura. Addirittura le piastre
esterne, che utilizzavamo per le misurazioni, sono state staccate e gettate
via.
Ci sono rientrato sabato scorso per altri motivi e ho subito notato il
pavimento: crepato e sollevato, come se la struttura avesse fatto una torsione.
Ho allertato il mio ingegnere di fiducia che mi ha subito raggiunto per
confermare i miei timori: sta quasi certamente avvenendo qualcosa di grave.
Ovviamente occorrerà fare un’analisi più approfondita, ma quello che si nota
già da ora è che la struttura, da cinque anni a questa parte, è stata
interessata da una notevole evoluzione dei fenomeni che già allora ci
preoccupavano. Anche la parte esterna presenta crepe notevoli, sia sul lato di
via Marconi che nella parte sottostante che si affaccia sul cortile.
Ho allertato la Parrocchia e, a questo punto, non posso fare altro che
aspettare che si prendano iniziative, ovviamente auspicando che ci si muova
velocemente. Confesso comunque che sono molto preoccupato. Andando avanti così,
con l’approssimazione e la politica che gioca a fare i propri interessi a
discapito del bene comune, rischiamo di perdere gran parte del nostro
patrimonio culturale.
Luca Craia