giovedì 21 maggio 2020

Le mascherine chirurgiche non vanno calmierate, vanno distribuite gratis.

Le mascherine chirurgiche dovrebbero essere a carico del Servizio Sanitario Nazionale, non le dovremmo pagare. Non serve calmierare il prezzo, non serve stabilire da una scrivania, senza sapere niente di come funziona il commercio, dei costi, dei ricavi che è necessario realizzare per andare avanti, quanto deve ricaricare un negoziante sulla merce che acquista per vendere. Serve capire che, se un bene è ritenuto indispensabile tanto da doverne calmierare il prezzo, quel bene dovrebbe essere gratuito.
La mascherina non è indispensabile solo per l’utilizzatore, è indispensabile per la società. Indossare tutti la mascherina è uno strumento per evitare il diffondersi dell’epidemia, ed è dovere di ognuno di noi farlo. Ma la mascherina ha un costo, e non è irrilevante. Una mascherina chirurgica, anche al prezzo calmierato stabilito così, come coglio coglio dal Presidente del Consiglio, costa 0.61 Euro. Una persona che vive, e che quindi esce di casa tutti i giorni, ha bisogno almeno di una mascherina al giorno. In un mese, quella persona spenderebbe 18 Euro in mascherine. E non le spenderebbe solo per se stesso ma anche per il suo vicino, anche per il collega, anche per persone che non conosce, anche per lo stesso Presidente del Consiglio.
Non tutti hanno possibilità economiche, in Italia. Anzi, con l’epidemia, stanno crescendo i poveri. Il Presidente del Consiglio dovrebbe ben sapere che c’è gente che non prende lo stipendio da mesi, e che la sua cassa integrazione ancora non si è vista. Ma quella gente deve comprarsi le mascherine. E le deve pagare. Questo, in un Paese civile, non è giusto. Ma, del resto, un Paese che in tre mesi non è ancora riuscito a pagare la cassa integrazione, si fa fatica a chiamarlo civile.   


Luca Craia