martedì 31 marzo 2020

Il Covid e la sindrome di Stoccolma.

È umano, ci sta che, nei momenti di estrema necessità, la gratitudine vada verso ogni tipo di aiuto, anche minimo. Ci sta che la gente ringrazi i Comuni che non fanno altro che il loro lavoro. Ci sta che ringraziano i medici e i paramedici, che rischiano la vita ma in virtù di un preciso impegno. Ci sta che ringrazino i politici che si attaccano medaglie, del resto esiste anche la sindrome di Stoccolma. Poi arrivano gli aiuti esteri, e qui si apre un nuovo discorso.
Ringraziare l'Albania è doveroso, perché ci aiutano nonostante l'odio ormai culturale nei confronti di un popolo che abbiamo accolto, sì, ma in modi censurabili. Non ci sta il grazie alla Cina, che ha causato questa crisi mondiale nascondendo la verità, perseverando nel nasconderla, e facendo così in modo che l'epidemia andasse fuori controllo ovunque.
Ma c'è un altro aspetto della gratitudine: i piani Marshall, la storia insegna, non sono mai gratis, si pagano, e si pagano cari. Aspettiamoci conti salati dalla Cina, meno salati ma comunque da pagare dall'Albania. Tutto questo perché, chi ci doveva aiutare, non lo ha fatto, ritraendosi nell'egoismo degli Stati più forti: l'Europa. Anche qui ci saranno conti da pagare.
Ma è anche colpa nostra: abbiamo sempre bisogno di un salvatore, che siano gli Americani, dopo esserci messi dalla parte sbagliata della storia, o i Cinesi, dopo esserci messi nelle mani dei carnefici. O dei Russi, che dopo quasi 80 anni, potrebbero mettere finalmente le mani sulla chiave geopolitica del Mediterraneo. E pensare che potremmo fare da soli. Certo, non con queste teste. 

Luca Craia