Guardavamo il
nostro acquario, stasera, io e Alessandro, mio figlio. E lui mi fa: certo,
babbo, che la vita di un pesce d’acquario deve essere d’un palloso che t’ammazzi.
E io ho tirato fuori il filosofo che c’è in me. “Vedi, figlio, che la vita di
un pesce dell’acquario, non è mica tanto diversa dalla nostra. Noi che
facciamo? Ci alziamo, ci laviamo, andiamo a lavorare, torniamo a casa, ci diamo
una pulita, mangiamo, guardiamo la televisione, tu che sei giovane esci con gli
amici, poi andiamo a letto e domani si ricomincia. Fatte le dovute proporzioni
di massa cerebrale, non cambia molto, anzi, stanno meglio loro, che alla fine
manco devono preoccuparsi di mangiare”.
Poi, riflettendo su
questa grande verità che mi è uscita un po’ così, quasi per sbaglio, mi è
venuto in mente il Governo, che non si sa se, in questo momento in cui, da
mangiare, non possiamo procurarcelo da soli, ce lo dà o no. E penso al click
day, alla lotteria del vivi o muori, per 600 miserrimi Euro che un commerciante
medio li perde in due o tre giorni di chiusura forzata. E loro che fanno? Fanno
la lotteria, la roulette russa, chi è più veloce, chi ha più culo, sopravvive,
almeno per un'altra settimana.
Io dico che ci
deve essere un dio, e lo scrivo con la d minuscola perché il mio, di dio, è
misericordioso e perdona, dicevo… ci deve essere un dio che fulmini chi solo ha
pensato una cosa del genere. Ci deve essere un dio che incenerisca queste menti
perverse, questi pensatori diabolici, questi schiavi di Mammona, questi sodomiti
di poteri demoniaci che si stanno mettendo sotto i piedi l’umanità, il
rispetto, l’appartenenza alla stessa specie umana. Perché non può un uomo, che
due settimane fa mi parlava di solidarietà con i ristoranti cinesi rimasti
senza clienti, concepire una cosa perversa, abietta, ignobile come il click
day, a meno che non ci veda come tutti pesci in un acquario, ai quali puoi
staccare la spina del filtro e non dare più il mangime senza avere tutti questi
rimorsi. E se, magari, ci ripenseranno e il click day, vivaddio, non lo faranno
più, sempre che lo hanno pensato, concepito.
Ci deve essere un
dio che li bruci e, se proprio non c’è. come immagino, alla fine possiamo
sempre pensarci da soli. Perché non siamo mica pesci, alla fine. No?
Luca
Craia