martedì 4 febbraio 2020

Loreto cancella 500 anni di storia della musica. Chiusa la Cappella Musicale della Santa Casa. Una grave perdita per le Marche. Intervenga la società civile.


Cancellare 513 anni di storia con un colpo solo è stato facile per Monsignor Fabio Dal Cin, il Vescovo di Loreto che,  qualche giorno fa, ha deciso che la Cappella Musicale della Santa Casa di Loreto chiudesse i battenti, buttando nel cestino dei rifiuti un bel pezzo della cultura e della storia marchigiana. Fondata da Papa Giulio II, il “papa guerriero”, nel 1507, la Cappella Musicale lauretana era uno dei cori più antichi e più importanti d’Italia, custode di un repertorio antico e preziosissimo che, ovviamente, sparisce insieme al coro. Non ci sono soldi per continuare, a quanto pare. Sarà un segno dei tempi, ma che si vada sempre a risparmiare sulla cultura è sintomatico di un profondo imbarbarimento che, a quanto pare, non risparmia neanche Santa Madre Chiesa.
L’unica salvezza, per il coro, pare essere stata accettare la proposta di cantare gratis. Dodici professionisti, più in maestro, che hanno studiato per anni e hanno investito nel loro sapere, avrebbero dovuto cantare gratis quando, oltretutto, già percepivano soltanto un rimborso spese più simbolico che altro. Del resto, i cori schitarranti che oggi sostituiscono la maestosità degli antichi organi e della polifonia, lo fanno gratis. Perché non una corale con cinquecento anni di storia alle spalle?
È un pezzo importante della cultura delle Marche che se ne va. Ci vantiamo del turismo, di essere una Regione attraente per i visitatori perché, oltre alla splendida natura in cui viviamo immersi, abbiamo un enorme patrimonio culturale da offrire, ma lo buttiamo via così, per risparmiare quattro spiccioli. Sbaglia, enormemente sbaglia il Vescovo in questa scellerata decisione. Ma sbaglia la politica marchigiana se non interviene subito a correggere questo gravissimo errore. La Cappella Musicale della Santa Casa non è un patrimonio ecclesiastico e se la Chiesa  decide che non intende più sostenerlo ci deve pensare la comunità marchigiana, e per comunità non intendo solo quella cattolica bensì quella civile, perché questa è la nostra cultura, queste sono le nostre radici e non possiamo continuare a tagliarle disinvoltamente come se tagliassimo degli sprechi. Intervenga la politica, intervenga la società civile per salvare la nostra cultura. E lo faccia subito, prima che sia troppo tardi.

Luca Craia