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anni di storia con un colpo solo è stato facile per Monsignor Fabio Dal Cin, il Vescovo di
Loreto che, qualche giorno fa, ha deciso
che la Cappella Musicale della Santa Casa di Loreto chiudesse i battenti,
buttando nel cestino dei rifiuti un bel pezzo della cultura e della storia
marchigiana. Fondata da Papa Giulio II, il “papa guerriero”, nel 1507, la
Cappella Musicale lauretana era uno dei cori più antichi e più importanti d’Italia,
custode di un repertorio antico e preziosissimo che, ovviamente, sparisce
insieme al coro. Non ci sono soldi per continuare, a quanto pare. Sarà un segno
dei tempi, ma che si vada sempre a risparmiare sulla cultura è sintomatico di
un profondo imbarbarimento che, a quanto pare, non risparmia neanche Santa
Madre Chiesa.
L’unica
salvezza, per il coro, pare essere stata accettare la proposta di cantare
gratis. Dodici professionisti, più in maestro, che hanno studiato per anni e
hanno investito nel loro sapere, avrebbero dovuto cantare gratis quando,
oltretutto, già percepivano soltanto un rimborso spese più simbolico che altro.
Del resto, i cori schitarranti che oggi sostituiscono la maestosità degli antichi
organi e della polifonia, lo fanno gratis. Perché non una corale con
cinquecento anni di storia alle spalle?
È
un pezzo importante della cultura delle Marche che se ne va. Ci vantiamo del
turismo, di essere una Regione attraente per i visitatori perché, oltre alla splendida
natura in cui viviamo immersi, abbiamo un enorme patrimonio culturale da
offrire, ma lo buttiamo via così, per risparmiare quattro spiccioli. Sbaglia,
enormemente sbaglia il Vescovo in questa scellerata decisione. Ma sbaglia la
politica marchigiana se non interviene subito a correggere questo gravissimo
errore. La Cappella Musicale della Santa Casa non è un patrimonio ecclesiastico
e se la Chiesa decide che non intende
più sostenerlo ci deve pensare la comunità marchigiana, e per comunità non
intendo solo quella cattolica bensì quella civile, perché questa è la nostra
cultura, queste sono le nostre radici e non possiamo continuare a tagliarle disinvoltamente
come se tagliassimo degli sprechi. Intervenga la politica, intervenga la
società civile per salvare la nostra cultura. E lo faccia subito, prima che sia
troppo tardi.
Luca
Craia