martedì 25 febbraio 2020

Il virus non ha viaggiato in prima classe e forse non è nemmeno di destra.


Che soddisfazione, sui social, per la tifoseria di sinistra, quando si è appreso che il cosiddetto “paziente zero” era un manager tornato dalla Cina, viaggiando in prima classe, si badi bene, e non un Cinese qualsiasi, magari arrivato in Italia in classe economica. Un bellissimo strumento per zittire la tifoseria avversaria, quella di destra, che invece imputava ai Cinesi, appunto, l’importazione coatta del virus. Immagino gente che stappava champagne (lo champagne, oggi, se lo possono permettere solo i tifosi della sinistra) e brindava.
Poi la doccia fredda, una specie di quella subita da Ceriscioli quando gli ha telefonato Conte: non è stato, anzi, non ha stato il manager. Il virus non è venuto in prima classe. L’informazione, a quanto pare, ancora non è arrivata a tutti, ma sta viaggiando, e si vede in giro gente disperata, ammutolita. C’è chi ha perso l’appetito e non mangia più caviale da tre giorni. Intanto la tifoseria avversaria riprende speranza, perché può anche scapparci che sia stato un Cinese per davvero, o magari un Africano, il che sarebbe l’asso di briscola.
Ecco, in Italia siamo messi così. Tutto sommato, il coronavirus non è il problema più grave che abbiamo.

Luca Craia