giovedì 20 febbraio 2020

Il cancro “Tre Archi” si sta diffondendo. Porto Sant’Elpidio sempre più sotto assedio. Occorrono provvedimenti.


Non passa giorno che non leggiamo sui giornali notizie di cronaca nera aventi come scenario la zona tra Lido Tre Archi e Porto Sant’Elpidio. Episodi sempre più gravi, che danno l’idea di una situazione che sta degenerando. Tralasciando l’omicidio di ieri, di cui ancora non sappiamo quasi nulla e che, quindi, non è riferibile alla questione “Tre Archi”, è evidente che il problema sociale, fino a poco fa circoscritto alla zona residenziale costruita alla foce del Tenna e diventata nel tempo un ghetto per stranieri, si sta espandendo e sta attaccando la vicina Porto Sant’Elpidio.
Tre Archi è un problema, e lo è da un sacco di tempo. Solo che, recentemente, il problema si sta allargando e bisogna capire perché. La sensazione è che sia saltato qualche equilibrio. In ogni caso è chiaro che ci sia un rafforzamento della criminalità che insiste in quell’area, forse dovuto alla crisi economica che ha fatto emigrare dall’Italia i migranti “buoni”, quelli che sono venuti per lavorare e che, in mancanza di lavoro, stanno andando altrove. La criminalità è fluida e tende, come ogni liquido, a occupare gli spazi lasciati vuoti. Ecco che Tre Archi deve aver aumentato recentemente la concentrazione di delinquenti, innescando una situazione che rischia di andare fuori controllo.
Le Forze dell’Ordine sono impegnatissime ad arginare il fenomeno, ma con le leggi attuali non sembra ci si possa riuscire. Ricordiamo casi in cui la stessa persona è stata fermata più volte in poco tempo perché ogni volta questi criminali vengono rimessi in libertà. C’è qualcosa che non funziona nel sistema che dovrebbe difendere la società civile e che, evidentemente, non lo fa. Sta nascendo un nuovo Hotel House, e questo sarebbe dannosissimo per le ambizioni turistiche del territorio fermano.

Luca Craia