Comunicato
integrale
È
notizia di poco fa che il TAR Marche ha annullato l’ordinanza di chiusura delle
scuole e sospensione delle attività pubbliche emessa dal Presidente della
Regione, Ceriscioli, e impugnata dal Governo Conte. Le motivazioni risiedono
nel fatto che al momento in cui essa era stata emanata non erano ancora stati
riscontrati casi di contagio da Coronavirus nella nostra regione e quindi
sarebbero mancati i presupposti.
Ora,
che invece ci sono alcuni casi accertati, cosa accadrà? Se sarà proposta di
nuovo, continuerà questo braccio di ferro? L’emergenza c’è o non c’è? Tante
sono le domande che mi vengono in mente su questa vicenda, ma su tutte una:
perché il Governo ha impugnato l’ordinanza della Regione Marche e non quella
della Liguria e del Friuli Venezia Giulia? Non vorrei infatti che alla base di
questo scontro, fatto sulla testa e sulla pelle dei marchigiani, ci siano
motivi estranei alla vicenda Coronavirus e riconducibili a giochi politici
interni alla maggioranza di governo.
I
cittadini marchigiani, che già hanno pagato un diverso trattamento
nell’emergenza terremoto, sono oggi oggetto di una disputa insensata che li
confonde ancora di più rispetto a quello che bisogna fare. In un clima dove,
peraltro, esiste la collaborazione totale delle opposizioni rispetto alla
gestione dell’emergenza. Il vero fallimento è che, in questo contesto di
assoluta incertezza, la politica ricorra alla magistratura amministrativa per
decidere sulla salute e sulle inevitabili ripercussioni sociali ed economiche
che avranno i cittadini marchigiani invece di fare squadra e dare risposte
chiare e univoche.
Francesco
Acquaroli