Massima attenzione
per evitare corruzione ed episodi di infiltrazione mafiosa nella ricostruzione.
È anche questo uno dei motivi per cui la normativa è tanto farraginosa e
contraddittoria da rallentare insanabilmente ogni iter e ogni pratica. Ma non
pare che abbia funzionato: il sostituto procuratore di Ancona, Irene
Bilotta ha inviato 35 avvisi di garanzia, tra persone e aziende, compreso il
Consorzio Arcale. Sono indagati dirigenti e funzionari regionali, esponenti
dell'Erap, imprenditori e imprese, tutti accusati di abuso d'ufficio, truffa e
falso i reati. Per quanta attenzione si possa porre, in Italia si trova sempre
il modo di aggirare le norme. A questo punto bisogna prendere atto del
fallimento di ogni tentativo di arginare corruzione e criminalità. Le norme
sono servite solo a bloccare la ricostruzione. Ma forse era proprio quello che si
voleva ottenere.
Luca
Craia