venerdì 10 gennaio 2020

La profezia di Papa Ratzinger e la visione positiva della crisi sociale.


Cito Papa Ratzinger in questo post forse anomalo, pubblicando sul mio blog uno stralcio del suo libro del 1971 che raccoglie alcuni interventi radiofonici del 1969. Leggendo questo brano si ha l’impressione che sia stato scritto oggi, tanto è limpida e reale la visione. Una sorta di profezia che vediamo oggi avverarsi gradualmente e che si specchia con la crisi sociale profonda che sta attraversando il mondo occidentale in generale e l’Italia in particolare. Presto avremo una popolazione autoctona italiana molto ridotta rispetto a oggi ed enormi problemi demografici, che diventeranno economici e sociali. Una visione forse pessimistica che ha una grande positività in sé, quella che vede il Papa Emerito in questo brano, ossia il ritorno ai valori, alla concretezza, alle cose che contano. Forse non solo nella fede, dalla crisi può nascere un bene, come del resto è sempre. Solo che, nel frattempo, ci sarà da soffrire. Buona lettura.
“Dalla crisi odierna emergerà una Chiesa che avrà perso molto. Diverrà piccola e dovrà ripartire più o meno dagli inizi. Non sarà più in grado di abitare gli edifici che ha costruito in tempi di prosperità. Con il diminuire dei suoi fedeli, perderà anche gran parte dei privilegi sociali. Ripartirà da piccoli gruppi, da movimenti e da una minoranza che rimetterà la Fede al centro dell’esperienza. Sarà una Chiesa più spirituale, che non si arrogherà un mandato politico flirtando ora con la Sinistra e ora con la Destra. Sarà povera e diventerà la Chiesa degli indigenti. Allora la gente vedrà quel piccolo gregge di credenti come qualcosa di totalmente nuovo: lo scopriranno come una speranza per se stessi, la risposta che avevano sempre cercato in segreto. A me sembra certo che si stanno preparando per la Chiesa tempi molto difficili. La sua vera crisi è appena incominciata. Si deve fare i conti con grandi sommovimenti. Ma io sono certissimo di ciò che rimarrà alla fine: non la Chiesa del culto politico, che ha già fatto fallimento con Gobel, ma la Chiesa della fede. Certo essa non sarà mai più la forza dominante della società, nella misura in cui lo era fino a poco tempo fa. Ma la chiesa conoscerà una nuova fioritura ed apparirà agli uomini come la patria, che ad essi dà vita e speranza oltre la morte”.

Luca Craia