La Proloco, a
Montegranaro, non ha mai avuto vita facile. Anzi, per dirla tutta, non ha mai
avuto vita vera, a partire dalla prima edizione a memoria mia, ma probabilmente
a memoria storica, fondata nel 1990 dal compianto Livio Botticelli, che provò e
riuscì a creare, ma non senza una strenua lotta contro tutte, e sottolineo
tutte, le forze politiche di allora, una proloco che, però, ebbe vita breve e
travagliata. Da quel momento abbiamo assistito a tentativi più o meno raffazzonati
di creare l’associazione per eccellenza, quasi tutti andati a vuoto, quasi sempre
(o forse sempre, senza quasi) per via delle ingerenze politiche. Va anche detto
che, a Montegranaro, fare una Proloco è complesso anche e soprattutto per la
presenza di tante associazioni attive che, ovviamente, non sono ben disposte
verso tentativi di limitazione della propria libertà di azione. E di questo, se
si vuole fare una proloco, bisogna tenere conto.
È quindi con una
certa preoccupazione che leggo stamattina, sul Corriere Adriatico, dell’esortazione
del Sindaco Mancini a sostenere il tentativo in corso da parte del nuovo
Presidente del Comitato Festeggiamenti San Serafino, tentativo che,
personalmente, vedo in modo positivo. Mi preoccupo perché, nonostante il
Sindaco chieda alla politica di rimanere a distanza da questa iniziativa, il
suo intervento è esso stesso un’ingerenza e una sorta di etichettatura che
certamente non aiuta, specie nella fase iniziale. Mi piace ricordare l’ultima
Proloco funzionante, quella presieduta da Iacopo Gentili, che era partita molto
bene e che poi si è letteralmente sbriciolata proprio a causa delle pesanti
ingerenze provenienti proprio dalla parte politica che esprime il Sindaco (che
era Sindaco anche allora) e l’assessore alla cultura. E questo non depone certo
a favore di una loro benedizione.
Credo che la
Proloco, a Montegranaro, sia utile ma non indispensabile. A raccordare le
associazioni c’è già l’Ente Presepe, che riunisce in sé quasi tutti, se non
tutti, i sodalizi montegranaresi. Il problema del coordinamento nasce dai rapporti
fin qui non idilliaci tra lo stesso Ente e il Comune, cosa che si può
correggere abbattendo qualche muro ideologico tirato su proprio da Sindaco e
Vicesindaco. Quindi il ruolo di coordinamento della Proloco potenziale non c’è.
Ma sarebbe comunque utile come raccordo burocratico per le tante iniziative,
anche perché la Proloco ha dei canali che altre associazioni non possono avere.
Per cui ben venga l’iniziativa di Sauro Basso, che certamente va appoggiata, purchè
volga a mettersi al servizio del mondo associativo e non punti a governarlo; ma
la politica deve stare più che distante, a cominciare dal Sindaco e dall’amministrazione
comunale che si spera si limitino, forzando la propria natura, a fornire un
mero sostegno istituzionale, completo ma circoscritto a se stesso.
Luca
Craia