martedì 3 dicembre 2019

Marca Fermana vuole fare la cabina di regia del turismo. Ma la lotta per la successione è politica.


Qualche giorno fa plaudivo alle parole del Presidente uscente di Marca Fermana, Strefano Pompozzi, che indicava l’associazione come possibile “cabina di regia” per il turismo nel Fermano. La cosa è condivisibilissima, in quanto serve assolutamente un coordinamento sul territorio che non faccia cadere nel vuoto i tanti sforzi che si fanno per promuoverlo e che, al momento, risultano iniziative locali disorganiche la cui efficacia, proprio per questo, si perde quasi totalmente. L’appello di Pompozzi arriva nel momento il cui lascia la guida dell’associazione senza indicare un successore, e questo apre il dibattito, se non la battaglia, sulla successione.
Ed è qui che casca l’asino: tra i vari candidati ci sono personalità illustri e degnissime ma che sono frutto si mere indicazioni politiche, anche laddove queste indicazioni provengano da associazioni di categoria che, certamente, non sono avulse alla politica esse stesse. Quindi è pensabile che, a dirigere l’associazione, ci sarà un personaggio, auguriamoci capace, ma indicato dalla politica che si muoverà nei canoni della politica. Ed è qui che tutto il discorso va a naufragare. La politica deve fare un passo indietro, se vuole davvero creare un organismo funzionale e funzionante, e il vertice di questo deve essere frutto non di accordi tra poteri ma di capacità e competenze dimostrate sul campo. È un principio che dovrebbe valere in ogni campo, in ogni organismo che non sia elettivo, ma i residui peggiori della prima repubblica, dopo esserci disfatti di quelli migliori, sono ancora tutti vivi e vegeti. E duri a morire.

Luca Craia