venerdì 20 dicembre 2019

La Procura di Avellino dissequestra i guardrail dell’A14. Quindi si poteva fare. Perché non è stato fatto prima?


Sembrava una cosa impossibile da fare, un provvedimento che avrebbe violato chissà quante leggi e norme. La Procura di Avellino aveva sempre risposto no alle istanze che provenivano da ogni parte, prima di tutto dalla Società Autostrade, ma anche dai Sindaci del Fermano e, forse, anche dalla Regione, istanze che chiedevano il dissequestro delle barriere di sicurezza dell’A14, bloccate da un provvedimento di sequestro da parte della suddetta Procura a seguito dell’inchiesta relativa alla strage di Acqualonga dove, nel 2013, un pullman sfondò le barriere di un viadotto della Napoli-Canose e precipitò nel vuoto causando la morte di quaranta persone.
Il sequestro delle barriere, sospettate di essere pericolose, ha causato problemi enormi alla circolazione, rendendo l’A14 un inferno per gli automobilisti costretti a lunghissime code a causa dei restringimenti di carreggiata. Nel contempo, proprio per il sequestro, la stessa Società Autostrade era impossibilitata a intervenire per sostituire le barriere incriminate. Una situazione che sembrava senza via di uscita che, invece, oggi ha trovato una soluzione nel dissequestro temporaneo che consentirà alla Società Autostrade di intervenire e sostituire le barriere.
Ciò non significa che sono finite le sofferenze per gli automobilisti, perché i cantieri per la sostituzione dovrebbero partire già da lunedì prossimo. Ma, almeno, a breve la situazione dovrebbe tornare alla normalità. Lascia perplessi il fatto che, se si fossero dissequestrati i viadotti immediatamente, oggi avremmo l’autostrada pienamente funzionante. E il punto è questo: perché non è stato fatto prima, se si poteva fare? Perché le Marche sono state condannate a mesi e mesi di sofferenze e di danni economici ingenti, quando il tutto era evitabile semplicemente con un tempestivo dissequestro, mesi fa?

Luca Craia



Ancona, 20 dicembre 2019