Sembrava una cosa impossibile da fare, un provvedimento che
avrebbe violato chissà quante leggi e norme. La Procura di Avellino aveva
sempre risposto no alle istanze che provenivano da ogni parte, prima di tutto
dalla Società Autostrade, ma anche dai Sindaci del Fermano e, forse, anche dalla
Regione, istanze che chiedevano il dissequestro delle barriere di sicurezza
dell’A14, bloccate da un provvedimento di sequestro da parte della suddetta
Procura a seguito dell’inchiesta relativa alla strage di Acqualonga dove, nel
2013, un pullman sfondò le barriere di un viadotto della Napoli-Canose e
precipitò nel vuoto causando la morte di quaranta persone.
Il sequestro delle barriere, sospettate
di essere pericolose, ha causato problemi enormi alla circolazione, rendendo l’A14
un inferno per gli automobilisti costretti a lunghissime code a causa dei
restringimenti di carreggiata. Nel contempo, proprio per il sequestro, la
stessa Società Autostrade era impossibilitata a intervenire per sostituire le barriere
incriminate. Una situazione che sembrava senza via di uscita che, invece, oggi
ha trovato una soluzione nel dissequestro temporaneo che consentirà alla
Società Autostrade di intervenire e sostituire le barriere.
Ciò non significa che sono finite le
sofferenze per gli automobilisti, perché i cantieri per la sostituzione dovrebbero
partire già da lunedì prossimo. Ma, almeno, a breve la situazione dovrebbe
tornare alla normalità. Lascia perplessi il fatto che, se si fossero
dissequestrati i viadotti immediatamente, oggi avremmo l’autostrada pienamente
funzionante. E il punto è questo: perché non è stato fatto prima, se si poteva
fare? Perché le Marche sono state condannate a mesi e mesi di sofferenze e di
danni economici ingenti, quando il tutto era evitabile semplicemente con un
tempestivo dissequestro, mesi fa?
Luca Craia
Ancona, 20 dicembre 2019