giovedì 11 luglio 2019

Via alla ricostruzione delle chiese terremotate. Passo fondamentale per rinascita di turismo e comunità.


È stata emessa ieri, dal Commissario Straordinario per il terremoto, Piero Farabollini, un’ordinanza che stanzia 175 milioni di Euro per la ristrutturazione post sisma di 385 chiese marchigiane danneggiate dal terremoto del 2016. L’ordinanza fa seguito a un emendamento della Lega al “Decreto Genova” con cui si dà la possibilità di intervenire sui luoghi di culto facendo riferimento alla normativa relativa alla ricostruzione privata, le cui procedure dovrebbero essere più snelle e veloci rispetto a quelle previste per la ricostruzione pubblica.
In questo modo ci sarà la possibilità, finalmente, di andare a intervenire su luoghi di culto ma, soprattutto, su edifici storici e artistici di importanza fondamentale per l’economia di molti paesi terremotati, fondamentalmente legata al turismo. La ricostruzione e la riapertura delle chiese, specie di quelle di interesse storico e artistico, è imprescindibile se si vuole far ripartire il turismo nel cratere, un turismo strettamente legato a questi edifici preziosi e, fino a oggi, rimasti interdetti al flusso di visitatori, con enorme danno per tutto il comparto turistico.
Da non sottovalutare anche l’importanza che i luoghi di culti rivestono nella coesione delle comunità. Le chiese rappresentano un punto di riferimento, anche per chi non crede, e renderle di nuovo fruibili è un passo importante per cercare di recuperare la coesione delle comunità cittadine, fortemente provate e, in qualche caso, letteralmente sbriciolate dalle conseguenze del sisma, dalla sostanziale deportazione che ne è seguita ma anche e soprattutto dall’immobilismo che per tre anni ha tenuto congelato ogni segnale di recupero sociale. Se la ricostruzione delle abitazioni è logicamente fondamentale, è impensabile ricostituire le comunità e l’economia di questi luoghi se non si ristrutturano e riaprono contemporaneamente questi luoghi.

Luca Craia