Montegranaro ha enormi problemi nella
sua identità di comunità. È un paese diviso, lo è sempre stato, e questa divisione
è stata enormemente accentuata dall’attuale amministrazione comunale. Ma diviso
è sempre stato, tra quartieri, vissuti ognuno quasi come fosse un paese a se
stante, come se da tra San Liborio e Santa Maria ci fosse un confine di stato,
come se il centro fosse un paese straniero. La coesione sociale di un paese è
fondamentale, serve a far funzionare la comunità, a innescare quei processi virtuosi
di collaborazione che pure abbiamo visto, vedi le associazioni del dono e della
pubblica assistenza, ma che potrebbero essere di più e più forti con un senso
di comunità più ampio e radicato.
Il senso di comunità si coltiva a
partire dalla scuola. Montegranaro ha sempre avuto troppi poli scolastici, uno
per quartiere, a rimarcare le divisioni che dicevamo. Oggi la situazione
scolastica montegranarese è allo sfascio: la scuola di Santa Maria è un
cantiere, con tempi dilatati enormemente rispetto al previsto; le scuole medie
sono inagibili e pericolose. I ragazzi, oltre ad aver corso rischi notevoli
vista la fragilità degli edifici e la leggerezza con cui si è agito, sono stati
sballottati qua e là in un’emergenza senza fine.
Ecco, quindi, l’idea della lista che
sostiene Gastone Gismondi: la creazione di un polo scolastico unico, che
raccolga i bambini montegranaresi dalla materna alla fine delle elementari. Un
polo unico che dia continuità didattica e che faccia convivere tutti i bambini
in un’unica realtà, abbattendo le divisioni, aiutando l’integrazione degli
stranieri, mettendo le basi per creare il senso di comunità che manca. Ci sono,
ovviamente, conseguenza pratiche positive e molto importanti, sulla logistica e
sulla gestione della struttura, ma soprattutto il progetto di Gismondi è
auspicabile per creare quel legame tra la gente che è sempre stato debole e ora
si è quasi spezzato. Partire dalla scuola per creare la comunità cittadina del
futuro.
Luca
Craia