lunedì 13 maggio 2019

La Strada Giusta: il danno più grande lo hanno fatto al senso di comunità. Sono di parte perché amo il mio paese.


Posso permettermi di essere di parte. Posso permettermelo perché, quando scrivo su questo spazio, sono un cittadino come tutti gli altri, un cittadino che esprime il proprio parere nella libertà costituzionale che ancora mi è garantita. In un momento in cui anche la stampa, con sfumature più o meno marcate, è evidentemente schierata a favore dell’amministrazione comunale uscente o, comunque, contro Montegranaro Tra La Gente, in quanto non sono un giornalista, posso essere libero di esprimere la mia libera opinione. Certo, sono consapevole che il mio blog è molto seguito e che questo comporta delle responsabilità, se non altro, morali, ma ritengo che, mantenendo la massima onestà intellettuale e raccontando sempre e comunque il vero, anche se dal mio personale punto di vista, posso rimanere libero di esprimere la mia opinione. Perché di quello si tratta: la mia opinione, che vale come quella di chiunque altro.
E la mia opinione è che l’Amministrazione Comunale che ha retto Montegranaro negli ultimi cinque anni sia la peggiore che io ricordi, e comincio, purtroppo per me, a ricordarne tante. Non è stata la peggiore per via di quello che ha prodotto come opere pubbliche. Le opere pubbliche sono opinabili, possiamo discutere per giorni, mesi, anni sulla loro opportunità o sulla loro estetica senza che nessuno di noi cambi la propria opinione. Certo, credo che il marciapiedone sia stato un errore, sia di valutazione che di opportunità, che l’intervento di consolidamento del crinale di viale Gramsci sia insufficiente e il problema, prima o poi, si ripresenterà con gli interessi, credo che la “palestrina de lo sprofonno” sia uno spreco di soldi, ma il mio giudizio estremamente negativo verso questa Giunta non dipende da questi fattori.
Credo, invece, che questa Amministrazione Comunale abbia arrecato un danno gravissimo a Montegranaro, e lo abbia fatto con il proprio stile, con il proprio comportamento, con il sistema di governare in maniera autoritaria, autarchica, totalmente sganciato dalla cittadinanza e dai suoi bisogni. Un costante e totale rifiuto al confronto, all’ascolto, al dibattito, alla condivisione, denunciato addirittura dagli stessi membri, o ex membri, della maggioranza, che all’unisono (gli ex) dichiarano che le decisioni si sono sempre prese in una sorta di triunvirato esclusivo.
Poi c’è la cattiveria, ed è questo l’elemento più distruttivo che ha cagionato danni alla società montegranarese e al senso di comunità. Divide et impera è stato il motto della Giunta Mancini, e nel dividere sono stati implacabili, mettendo le associazioni le une contro le altre, facendo figli e figliastri, non perdendo mai occasione per diffondere rivoli di veleno tra la gente, aumentando esponenzialmente la competizione tra le diverse fazioni, alzando steccati, facendo diventare gli avversari politici dei nemici. Hanno esacerbato gli animi instillando odio, rancore, inimicizia. Hanno eretto una barriera tra le gente, tra quelli che sostenevano l’Amministrazione Comunale e quelli che non erano d’accordo. Non essere d’accordo, per cinque anni, è stata la morte sociale o, quanto meno, l’esilio sociale. Vendicativi, implacabili, subdoli perché mai palesi nelle loro esternazioni, eccetto qualche caso eclatante; un lavorio sotterraneo e costante per creare inimicizie e tensioni.
Io ho pagato carissimo, in questi cinque anni, il mio essere in contrasto con questa amministrazione. L’ho pagato in termini umani, con amicizie perse, rapporti umani compromessi, una sensazione di costante tensione. Ma sono in molti, forse con meno accanimento, ad aver subito quello che ho subito io. Personalmente, quindi, non posso che avversare la lista che vorrebbe riproporre l’Amministrazione Comunale uscente o una sua versione aggiornata. Ma non la avverso solo per un fatto personale, la avverso soprattutto perché ritengo che Montegranaro sia stata fortemente danneggiata in questi cinque ultimi anni, e che ulteriori cinque anni di questo clima sarebbero fatali. Ecco perché sono di parte, perché amo il mio paese.

Luca Craia